Il primo cittadino Pietro Pensa ha comprato una pagina di tutti i principali quotidiani italiani per sottolineare che "ogni giorno i piccoli comuni italiani sono soli a lottare contro spopolamento e mancanza di fondi". Alla provocazione risponde il presidente della comunità montana Signorelli: "Altro che slogan, serve una riflessione seria". Ma il disclaimer in fondo alla home page chiarisce: si tratta solo di pubblicità
Un cartello stradale a 1.250 euro, tre panchine “utilizzate da cittadini e turisti durante le loro passeggiate” a 56o euro con l’offerta “prendi tre paghi due”, un lampione a 850 euro, una strada a 2500 euro. Queste le speciali offerte di un’asta online, come fossimo su eBay. Ma in questo caso a vendere è il comune di Esino Lario, piccolo paese di 747 abitanti tra le montagne che si affacciano su “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti”. Il sindaco Pietro Pensa ha infatti registrato un video e comprato una pagina di tutti i principali quotidiani italiani (tranne che su La Repubblica) per sottolineare che “ogni giorno i piccoli comuni italiani sono lasciati soli a lottare contro lo spopolamento, la mancanza di fondi e la difficoltà delle istituzioni nel fornire supporto”. La soluzione provocatoria? Vendere tutto, municipio e strade compresi, in un’asta che si terrà mercoledì 10 aprile alle 10 sul sito “vendesiesino.it“. Giovedì 11 presso il Palazzo della Regione Lombardia si scoprirà chi si sarà aggiudicato edifici e monumenti.
Tutto in vendita, strada per strada
Esino Lario sembra tutto fuorché un paese senza vita. Nato nel 1927 dalla fusione tra Esino superiore ed Esino inferiore, è soprannominato “La perla delle Grigne” dal nome della catena montuosa che lo avvolge. Perfetto per le vacanze, non mancano neppure i servizi ai cittadini: ospita un asilo, una scuola primaria oltre ad un ecomuseo e un archivio privato. Ma, ad eccezione delle scuole, tutto è messo in vendita. Strada per strada. Già, perché anche le vie sono offerte online con la possibilità di scegliere il nome al modico prezzo di 2.500 euro. Esattamente come il museo delle Grigne (420.000 euro con lo sconto del 15%), la Via Crucis di Michele Vedani (600.000 euro) e l’archivio privato di Pietro Pensa, scrittore parente del sindaco e primo cittadino dal 1956 al 1975. Ma l’offerta più singolare è quella per la ghiacciaia ipogea del Moncodeno che si può acquistare per 450.000 euro.
La vittoria contro Manila
Il comune era diventato famoso circa tre anni fa. Vinse una gara contro Manila, capitale delle Filippine, ed ospitò Wikimania 2016, raduno annuale dei volontari di Wikipedia. Un evento che tra il 21 e il 28 giugno attirò centinaia di volontari nel paese. Un evento che ha lasciato alcune tracce, oltre a quelle nel museo: la regione Lombardia stanziò 500.000 euro e il sindaco chiese di installare la fibra in modo permanente. In questo modo nei punti più importanti del paese è possibile connettersi gratuitamente a Internet.
Insomma, tutto sembrava funzionare al meglio. Tanto che l’allora governatore Roberto Maroni promise di voler investire su Esino anche dopo la manifestazione affinché diventasse “un polo dei nuovi saperi e dell’innovazione”. Ma, a quanto pare, qualcosa non ha funzionato.
A meno che non si tratti di una (geniale) trovata pubblicitaria come del resto sembra di capire dal disclaimer in fondo alla home page: “Il contenuto del presente sito non costituisce offerta di vendita dei beni descritti. Ogni dichiarazione e/o informazione indicata è rivolta ad una mera raccolta di manifestazioni di interesse all’iniziativa”. Insomma, i soldi investiti per comprare le pagine dei quotidiani nazionali varrebbero il ritorno economico del turismo. Senza bisogno di Wikipedia.
La risposta del presidente della Comunità Montana
Alla provocazione del primo cittadino ha risposto Carlo Signorelli, ex sindaco del paese “confinante” – si fa per dire: distano ben otto kilometri – Perledo, “forte” dei suoi 912 abitanti: “Il comune farà una valutazione attenta dei termini d’acquisto e valuterà se ci sono le condizioni economiche e tecniche per presentare l’offerta; sicuramente c’è l’interesse“. Come riporta Larionews, l’ex sindaco di Perledo ma soprattutto presidente della comunità montana che include i due comuni ha risposto alla provocazione: “Già quattro anni fa avevo proposto una fusione per incorporazione”. Ma non se ne fece nulla.
Ora quindi Signorelli rilancia la proposta: “Più che slogan credo però che serva una riflessione seria sul tema dei piccoli municipi, della salvaguardia delle loro identità e delle inevitabili azioni amministrative”.