di Giulio Scarantino
“Sei uno su cento, solo te’ pensi così”, “Almeno io penso”. Con questa risposta del 15 enne di Torre Maura, si chiude sostanzialmente il sipario sull’acceso dialogo avvenuto durante le proteste di Casapound .
Il k.o tecnico nei confronti degli esponenti di Casapound dovuto al coraggio e alla scaltrezza del giovane è ormai diventato virale, e mostra in pieno uno scontro generazionale che dovrebbe far riflettere. Da un lato la maturità dimostrata dal ragazzo di 15 anni (tanto che uno dei manifestanti gli dice “tu lavori?”), dall’altro la capacità assertiva, la purezza del pensiero sono fonte di credibilità (“io non sò de nessuna fazione politica, io so de Torre Maura, tè de dove sei?”), che annientano il populismo di facciata, più di un intero anno di opposizione.
Ebbene sì, bisogna dirlo, perché già sarà sicuramente cominciato il tormentone “la sinistra riparta da”, ma per cominciare un nuovo capitolo deve prima concludersi il vecchio e ciò non sembra sia completamente avvenuto nella sinistra. A ben vedere quella purezza ostentata dal ragazzo non può trovarsi in una sinistra che è stata un po’ di centro e un po’ di destra. Peraltro bisogna aggiungere che questo tormentone “la sinistra riparta da” più viene ripetuto più le forze politiche che la rappresentano sembrano far capriole che ricadono poi sempre nello stesso punto di partenza.
Non solo, questo tormentone a volte ironico e a volte meno mostra ciò che è spesso stata una caratteristica della sinistra, quella di attestarsi la paternità di valori che in realtà non dovrebbero avere colori politici. Ecco che il coraggio di opporsi a determinati estremismi, il non cadere nella strumentalizzazione di disgrazie a fini politici, il non essere xenofobi oppure ancora seriali persecutori delle minoranze diventa un valore della sinistra, ove a ben vedere non dovrebbe esserci alcun colore politico. Perché allora non dire anche la “destra riparta da”? Farebbe bene al paese una destra che prendesse le distanze senza se e senza ma da determinati estremismi, che non aizzi la battaglia tra penultimi e ultimi.
Ad ogni modo, il discorso tanto semplice quanto schietto e logico di Simone da Torre Maura si unisce ad altri numerosi esempi di giovani già maturi che hanno infiammato la discussione politica nell’ultimo periodo. Si veda ad esempio il giovane Rami che ha riportato al centro della discussione pubblica i diritti civili e in particolare lo “ius soli”; oppure ancora le forti reazioni al Congresso della famiglia tenutosi a Verona che ha visto protagonisti sui social e in piazza tantissimi giovani e infine come non richiamare l’esempio di Greta Thunberg che è ormai un simbolo per i più giovani, che sta seminando sempre di più un sentimento e un pensiero ecologista nelle nuove generazioni. Insomma sembra proprio che la società vada a due velocità diverse: quella cosmopolita, ecologista inclusiva e multiculturale dei giovani e quella invece più conservativa dei grandi.
Allora se vogliamo tutti “ripartire” da Simone, Rami o i seguaci di Greta, perché non dare loro la possibilità di partecipare alla vita pubblica ed estendere il voto alla Camera per i sedicenni?
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