Sono stati eletti i nuovi vertici dell’Associazione nazionale dei magistrato. Scaduto l’incarico di Francesco Minisci a guidare il sindacato delle toghe sarà Pasquale Grasso, giudice civile di Genova, ed esponente di Magistratura Indipendente, la corrente che rappresenta le toghe moderate. Segretario è il pm di Santa Maria Capua Vetere Giuliano Caputo, di Unicost, e vicepresidente il pm di Milano Luca Poniz, di Area, il gruppo dei magistrati di sinistra. Resta fuori dal vertice Autonomia e Indipendenza, che nel 2017 ha abbandonato la giunta unitaria poco dopo la scadenza del mandato da presidente di Piercamillo Davigo.
“Magistratura Indipendente – ha detto – da quasi 20 anni non aveva la responsabilità di guida dell’Anm. Ma non dimentico il dovere di essere il presidente di tutti. Il mio appello è dare valore alle cose che ci uniscono. Quello che ci divide sono delle sfumature che in alcuni momenti storici non è il caso di rimarcare”. Grasso, primo civilista alla guida dell’Anm da molti anni, intende portare una “sensibilità nuova”. Ha assicurato “attenzione ai profili sindacali e all’autonomia dei magistrati” anche all’interno degli uffici. E vigilanza sul tema delle risorse per la giustizia: “una nuova stagione di riforme senza risorse sta riducendo la giustizia a una macchina incapace di andare avanti”, manca “il carburante, che sono anche le donne e gli uomini“, ha detto, pure in riferimento a quanto accaduto a Torino, con la mancata esecuzione della pena per l’uomo indagato per l’omicidio ai Murazzi, mentre “la carrozzeria si degrada”, come il caso emblematico del Palagiustizia di Bari. Ha ribadito al ministro Bonafede l’offerta di “collaborazione”. E di fronte alle critiche sull’operato dei magistrati, ha promesso “difesa senza arretramento delle prerogative della magistratura”, ma “senza contrapposizioni inutili”. E questo è uno dei nervi scoperti dell’Associazione. Magistraura Indipendente ha sempre frenato sugli interventi in risposta agli attacchi dal fronte della politica, nella convinzione che la difesa delle prerogative della magistratura non debba mai tradursi in “prese di posizione politiche”. Una visione che nei mesi passati ha provocato più di una fibrillazione, in particolare con Area, che al contrario ha sempre spinto perché l’Anm rispondesse colpo su colpo.