Parte conclusiva dell’intervento del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, alla 13ma edizione del Festival del Giornalismo di Perugia.
Nel suo “Un anno di balle”, Travaglio si sofferma sarcasticamente sulla figura del ministro dell’Economia del governo gialloverde: “Giovanni Tria è un mistero. Il terzo segreto di Fatima ormai è noto, mancano quello della fossa delle Marianne e forse dello yeti. Ma di Tria non si sa niente. Non si sa chi lo manda, non si sa che ci è venuto a fare, non si sa se è venuto o se ce l’hanno mandato. E non si sa perché resta lì, a dispetto dei Santi e delle Madonne, visto che dichiaratamente questo governo gli sta sui coglioni e altrettanto dichiaratamente lui sta sui coglioni a tutto il resto del governo. Perché quest’uomo si riduce a una larva umana per fare un mestiere che chiaramente non lo soddisfa? Chi glielo ha fatto fare?”.

E aggiunge: “Hanno detto che era l’uomo di Mattarella. E Mattarella ha risposto: ‘Ma chi lo conosce questo? Chi l’ha mai visto?’. Hanno detto che era in quota Lega, ma Salvini lo brutalizza un giorno sì e l’altro pure. Tria esordì dicendo che il reddito di cittadinanza e quota 100 non si potevano fare, perché non c’erano le coperture. Fu un bell’esordio: stava con Lega e M5s, era il loro ministro e ci si chiese se avesse letto il loro programma”.

Il direttore del Fatto continua il ritratto ironico di Tria: “E’ diventato un idolo delle opposizioni. Non si sa perché, ma viene trattato come se rappresentasse Pd, Forza Italia e Mattarella. E’ l’unico ministro popolarissimo sui giornali, tutti gli altri sono merde. Tria invece è bravissimo, l’argine e il baluardo dei conti. Il nuovo Quintino Sella viene dipinto come un uomo chino, sempre concentrato sul risparmio, segregato da Di Maio e Salvini che lo tengono a pane e acqua per fargli firmare cose spendaccione che lui non vuole assolutamente. Però non si capisce perché non scappa e resta lì. E’ quindi ostaggio di Di Maio e di Salvini che a differenza sua hanno dei voti. Del resto, chi voterebbe mai Tria? Firmava i libri con Brunetta, pensate il livello scientifico di questo economista. Fa parte anche del Comitato Economico della Fondazione Bettino Craxi”.

Travaglio spiega con dovizia di dettagli il caso di Claudia Bugno, consigliera di Tria, del suo approdo in StMicroelectronics (incarico da cui si è ritirata), della assunzione del figliastro del ministro dell’Economia in una società il cui ad è il compagno della stessa Bugno e del conflitto di interessi che spicca dalla vicenda. E osserva: “Si scopre anche che Bugno viene da Alitalia, ce l’ha portata Montezemolo. E ora, come consigliera di Tria, deve occuparsi di Alitalia. Stava nel Comitato Olimpico con Montezemolo e Malagò e adesso insieme a Tria deve occuparsi dei finanziamenti alle Olimpiadi a Cortina e a Milano. Stava anche nel cda di Banca Etruria col papà della Boschi e l’hanno pure multata di omessa vigilanza. E’ stata portata al governo da Scajola. Quindi, Bugno è amica del centrodestra, dei renziani, di Montezemolo. Che c’entra col governo M5s-Lega? Le manca solo Casapound e ha fatto completamente tutto il tragitto”.

Il giornalista continua: “Di solito, quando si scoprono gli scandali, i ministri si presentano in Parlamento e spiegano oppure, se lo scandalo è insostenibile, si dimettono. Invece Tria rilascia una intervista a Federico Fubini del Corriere della Sera e dice: “Si sta violando la mia privacy”. Io sapevo che violare la privacy significasse pubblicare notizie sulle condizioni di salute di qualcuno o sulle tendenze sessuali di qualcun altro. Ma dire che il tuo figliastro è stato assunto dal marito della tua consigliera a me pare che sia cronaca. Da due giorni si parla sui giornali del fatto che ci siano ‘dossieraggi’, come se queste notizie fossero dei segreti e i giornalisti non facessero il loro mestiere”.

E aggiunge: “Il bello è che ci sono i grandi giornali che accusano Il Fatto Quotidiano e La Verità, che si sono occupati del caso Bugno, di prestarsi al dossieraggio. Ormai sono quelli che pubblicano le notizie a dover giustificarsi, non quelli che le nascondono. E questo succede perché si è deciso a priori che Tria è l’Immacolata Concezione. Improvvisamente il conflitto di interessi diventa buono e giusto e chi ne scrive diventa un farabutto che fa i dossier e spionaggio. Quando alcuni giornali chiamano altri giornali a rispondere del fatto di aver dato una notizia, si è perso il primo comandamento del giornalismo: le notizie si danno tutte, sempre“.

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