“Ho sempre pensato che gran parte del fascino luciferino di Gianroberto Casaleggio derivasse dalla sua capigliatura. Se si fosse tagliato i capelli, probabilmente tutta quell’aura di mistero che si è ritrovato appiccicata addosso addosso e che lui non si è mai accreditato sarebbe scomparsa”.Così, dal palco Sum, all’Officina H di Ivea, il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ricorda la figura di Gianroberto Casaleggio, raccontando anche alcuni aneddoti riguardanti il co-fondatore del M5s.

“Casaleggio – continua Travaglio – scrisse un libretto dove raccoglieva tutti gli insulti nei suoi confronti. Ma la parte più divertente è quella in cui sono raccontate le leggende nere da setta satanica sul suo conto. Credo che qualcuno abbia anche sospettato che si facessero dei sacrifici umani nella sua azienda. Quel libretto è un pezzo di grande comicità e soprattutto un reperto dei nostri tempi e del livello di informazione, che ha sempre parlato di Casaleggio senza mai conoscerlo, senza mai incontrarlo, senza mai mettere il naso in quei due ufficetti nel centro di Milano“.

E aggiunge: “Era molto divertente vedere lo stacco che c’era tra la rappresentazione e la realtà di Casaleggio. Io credo di essere entrato nella Casaleggio Associati due volte. La prima volta perché mi doveva spiegare cosa fosse la diretta streaming, la seconda quando lo intervistai, e lui era già malato. Vidi che c’erano due o tre dipendenti, inclusa la centralinista. Quindi, quando poi leggevo che la Casaleggio Associati era in grado di veicolare satanicamente con la sola forza del pensiero milioni di byte, di fake news, di troll, di haters (sto dicendo delle parole assolutamente a vuoto, che non so neanche cosa voglian dire ma che fanno figo in questo momento), pensavo a quelle tre persone che stavano lì dentro.Mi dicevo: ‘Magari Casaleggio ha nascosto altre persone nei sotterranei, tipo i cricetini che pedalano’. Andavo poi a vedere i bilanci e tutti gli anni vedevo che c’erano piccoli bilanci in perdita“.

Travaglio ripercorre altri episodi, come lo scetticismo di Casaleggio nei confronti del giornalismo cartaceo e l’incontro in occasione del primo V-Day: “Mi disse che l’organizzazione dell’evento costava circa 250mila euro e che li avrebbe anticipati Beppe Grillo con la vendita dei dvd della manifestazione. Credo che Beppe abbia ancora tutto sul groppone, perché i dvd non si sono venduti, visto che la diretta streaming rendeva assolutamente inutili i dvd. Era molto interessante sentir parlare Gianroberto. Ed era anche bello litigare, anche perché lui non perdeva mai la calma. Restava assolutamente impassibile, sia quando si divertiva moltissimo, sia quando si incazzava moltissimo. Aveva sempre la stessa espressione”.

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