I Campus Party Sparks nascono dall’incontro tra Campus Party, azienda attiva internazionalmente nell’organizzazione di eventi dedicati all’innovazione e alla creatività, e Games Kingdom, associazione dedicata alla diffusione degli sport elettronici a partire dalle scuole e attiva lo scorso anno nei PG Nationals con il team 5Hydra, ed attualmente sono impegnati su League of Legends, Fortnite e FIFA con giocatori e team dedicati.
Il loro team di LoL in questa stagione dei PG Nationals – avendo preso il posto dei 5Hydra arrivati lo scorso anno in zona retrocessione – ha iniziato il proprio percorso dal Promotion Tournament riuscendo a qualificarsi ed ottenere il proprio posto in campionato senza alcuna difficoltà. Dopo una prima settimana tentennante, hanno dimostrato di non temere avversari più blasonati, riuscendo a completare la prima fase del campionato come primi del girone ed ottenere il proprio posto nella finale di domenica sconfiggendo in semifinale con un secco 3-0 i campioni uscenti, gli Outplayed.
Per conoscere meglio come nasce il team Campus Party Sparks abbiamo fatto alcune domande a Davide Strozzi, amministratore delegato di Campus Party Sparks, ed a Francesco Albanese, co-founder del team.
Cosa porta una società come Campus Party ad investire negli esport in Italia?
Strozzi: CAMPUS PARTY ha investito nel progetto SPARKS, per creare un’organizzazione esport a 360° che connetta la Y e Z generation con un fenomeno in crescita esponenziale: non solo entertainment, ma anche cultura, economia, competenze ed una concreta prospettiva di lavoro per il futuro. L’obiettivo non è solo di dare un “valore” alle nuove generazioni, ma anche alle aziende mainstream che possano trovare negli esport, grazie al nostro tramite, una nuova modalità per connettersi con esse usando un tema per loro di grande attualità ed interesse.
Quali strutture avete messo a disposizione dei vostri giocatori?
Strozzi: Campus Party in primis ha messo a disposizione una gaming house da 3000MQ con Practice Room dedicata, Palestra, Ristorante, 32 Posti Letto, Area Lounge, Area Formativa ed Area Eventi. In secondo luogo ha condiviso (con il team esport, ndr) parte dello staff di CP Global e ha dato all’iniziativa da subito una prospettiva internazionale, facendola accedere al network dei nostri sponsor a livello mondiale e dei nostri partner nell’organizzazione del nostro evento nei vari pasi del mondo. Sparks ha l’obiettivo ambizioso di partire dall’italia ma diventare un riferimento globale.
Giocare dal vivo non è come giocare da casa o dalla gaming house, come si stanno preparando staff e giocatori?
Albanese: Nel corso della competizione, viste le performance dimostrate, abbiamo avuto la possibilità di maturare ottimi rapporti con alcuni dei migliori Team nel panorama europeo. Sotto l’aspetto delle prestazioni stiamo quotidianamente affrontando due blocchi di Scrim (amichevoli) selezionando avversari che hanno più punti in comune con i Morning Star. Preparare un evento dal vivo non è sicuramente come giocare dalla nostra Gaming House, ma alcuni dei nostri giocatori hanno già avuto esperienza in eventi dal vivo e, grazie a loro e a Coach Cristo, condividiamo ognuno la nostra esperienza, parlando in maniera trasparente delle paure che dovremo superare e del miglio modo per affrontarle.
Al momento oltre al team di League of Legends siete impegnati con FIFA e Fortnite, alcuni giorni fa PG Esports ha annunciato il campionato di Rainbow Six, vedremo gli Sparks impegnati anche sullo sparatutto di Ubisoft?
Albanese: Riteniamo Rainbow Six una disciplina esports con tantissimo potenziale da esprimere anche in Italia e siamo certi che PG Esports possa portare la scena del titolo Ubisoft a grandi livelli. Al momento ne stiamo ancora discutendo, ma siamo certi che prenderemo in seria considerazione questa opportunità.
In Italia gli sport elettronici stanno vivendo un periodo di crescita, ma non sono ancora un fenomeno “mainstream”, secondo voi cosa manca in questo momento?
Albanese: Fino ad oggi abbiamo visto appassionati investire le proprie risorse nel proprio progetto esports. In questo 2019 siamo certi che lo scenario cambierà. Ciò che oggi manca è la presenza di Aziende importanti nel panorama esports e, nello specifico, all’interno delle organizzazioni sportive. Il percorso di crescita che questo settore sta vivendo negli ultimi anni farà si che molte altre aziende investiranno nelle diverse organizzazioni creando un ecosistema stabile e competente in materia, composto dalle competenze degli addetti ai lavori e dalle risorse che queste aziende metteranno a disposizione delle organizzazioni stesse. Campus Party da questo punto di vista si è dimostrato essenziale, coinvolgendo fin da subito tutto il suo management con un idea ben precisa, portare il proprio Know How a livello internazionale e dare all’esport una connotazione sicuramente più mainstream ma anche sottolineandone l’importanza in ambiente lavorativo e di istruzione, creando un vero e proprio ecosistema a 360°.
Il Team
- Nickname: Acidy
- Ruolo: Top Laner
- Nome e Cognome: Markus Käpp
- Nazionalità: Estone
- Nickname: Rawbin IV
- Ruolo: Jungler
- Nome e Cognome: Robin Eggenberger
- Nazionalità: Svedese
- Nickname: Librid
- Ruolo: Mid Laner
- Nome e Cognome: Nikita Frunza
- Nazionalità: Rumena
- Nickname: Endz
- Ruolo: Bot Laner
- Nome e Cognome: Lauri Tarkus
- Nazionalità: Estone
- Nickname: Cospect
- Ruolo: Support
- Nome e Cognome: Janar Mändsalu
- Nazionalità: Estone
- Nickname: Cristo
- Ruolo: Head Coach
- Nome e Cognome: Cristofaro Di Maggio
- Nazionalità: Italiana