Haftar avanza e lancia razzi su Tripoli e Al-Serraj, che sostiene di avere ripreso il controllo dell’aeroporto chiuso nel 2014, annuncia l’inizio di una controffensiva per “ripulire tutte le città” dalle “forze illegittime”, in riferimento alle truppe del generale, uomo forte dell’est della Libia. Gli scontri alla periferia della capitale finora hanno provocato la morte di almeno 21 persone – tra cui “un medico, un assistente medico” e due altri civili, come spiegano dal ministero della Sanità – mentre l’Esercito nazionale libico di Haftar ha annunciato di avere perso 14 militari in due giorni. La guerriglia alle porte della capitale ha portato il contingente americano ad andarsene da Palm City, compound residenziale a pochi chilometri dal centro, stessa scelta già fatta da Eni che in accordo con la Farnesina ha evacuato i suoi lavoratori.

Non rispettata tregua umanitaria chiesta dall’Onu
Una situazione caotica in cui non è stata rispettata la tregua umanitaria di due ore chiesta dall’Unsmil, la missione di supporto dell’Onu in Libia, per evacuare feriti e civili da quattro zone dove ci sono combattimenti a sud di Tripoli, come riporta AlHadath ‏tv. L’Onu aveva chiesto di rispettare una “tregua umanitaria” con un “appello urgente”, pubblicato sugli account Twitter e Facebook della missione. Intanto l’ambasciata italiana a Tripoli, guidata da Giuseppe Buccino Grimaldi, resta pienamente operativa e non è attualmente prevista alcuna riduzione del personale. La sede continua a monitorare attentamente la situazione.

L’obiettivo delle milizie di Haftar è quello di arrivare nella capitale e di farlo usando la forza: “missili”, o quanto meno razzi “Grad” sono stati piazzati dalle forze del generale a Garian, un’ottantina di chilometri in linea d’aria a sud del centro di Tripoli e hanno già colpito. “Haftar ha piazzato una batteria di missili a Garian e ieri sera è già morta una donna a Wadi el Rabie”, ha detto all’Ansa una fonte da Tripoli. Sempre secondo il giornale, le forze di Haftar a loro volta hanno condotto un bombardamento aereo a Naqliya camp sulla strada dell’aeroporto, senza causare vittime. Fonti locali hanno parlato anche di raid aerei in mattinata nell’area di Ain Zhara.

Al-Sarraj: “Haftar ha tradito, troverà forza e fermezza” -“Abbiamo steso le nostre mani verso la pace ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza”, ha detto al-Sarraj che punta il dito anche contro Parigi, che accusa di sostenere la brigata di Haftar. Per questo ha chiesto formalmente all’ambasciatrice francese in Libia, Béatrice du Haccuellen, di riferire la sua “forte protesta” al suo governo e al presidente francese, Emmanuel Macron. Una situazione drammatica sulla quale anche Salvini ha espresso la sua preoccupazione, pensando soprattutto alle aziende italiane. “Non sono tanto preoccupato per la questione dell’immigrazione perché ormai hanno capito che l’Italia ha finalmente iniziato a difendere i suoi confini via terra e via mare, sono preoccupato perché ci sono tante italiani che stanno lavorando lì, perché c’è l’Eni che significa una delle principali aziende italiane che sta lavorando lì e perché vorremmo riprendere i rapporti commerciali con un Paese stabile“, ha detto il vicepremier, che ha poi aggiunto: “Stiamo lavorando per la pace e il dialogo in Libia con tutte le parti in causa” e che qualsiasi “intervento armato, le bombe, i cannoni sarebbero un dramma”. Sul caos libico la priorità per il premier Giuseppe Conte è di evitare la guerra civile: “Stiamo seguendo da vicino le vicende della Libia: è una evoluzione che ci preoccupa. Devo confidare che non ci lascia del tutto sorpresi – ha aggiunto -. Stiamo cercando di rappresentare soprattutto al generale Haftar e gli altri interlocutori la necessità di evitare conflitti armati, non possiamo permetterci una guerra civile”.

Diplomatici americani lasciano Palm City – I funzionari lasciano l’area a una ventina di chilometri da Tripoli. Dalla capitale, dove la situazione viene descritta come sostanzialmente tranquilla, si percepiscono gli scontri in corso all’esterno della città. In una nota, il comando americano responsabile per le operazioni in Africa spiega che “a causa dei crescenti disordini in Libia, un contingente di forze statunitensi a supporto di Africom si è temporaneamente trasferito dal paese in risposta alle condizioni di sicurezza sul terreno. Il Comando rimane impegnato per una Libia stabile e sicura, che contribuisca alla sicurezza regionale”. L’US Africa Command “sta apportando le modifiche del personale in risposta alla situazione di sicurezza in evoluzione. Il Comando continuerà a monitorare le condizioni sul terreno in Libia e valuterà la possibilità di rinnovare la presenza militare degli Stati Uniti in maniera appropriata”. “Il quadro della sicurezza sul terreno in Libia sta diventando sempre più complesso e imprevedibile”, ha detto il generale del corpo dei marine Thomas Waldhauser, comandante dell’U.S. Africa Command. “Anche con un aggiustamento della forza, continueremo a rimanere agili a supporto dell’attuale strategia statunitense”.

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