“Una persona che non sa nulla di questo caso dovrebbe essere aperta ad ascoltare”. Parola di Raffaele Sollecito, il protagonista dell’omonimo documentario di Crime Investigation. Il caso, a cui Sollecito fa riferimento, noto come “Delitto di Perugia”, è avvenuto la sera del 1° novembre 2007, quando morì la studentessa inglese Meredith Kercher, ritrovata solo l’indomani mattina sgozzata nell’abitazione che condivideva con altre ragazze, tra cui l’americana Amanda Knox. Fin da subito le indagini degli inquirenti si concentrano su Amanda e il suo fidanzato italiano Raffaele Sollecito. Da lì inizia uno dei casi mediatici più intricati degli ultimi 20 anni. Incentrato su un’intervista esclusiva allo stesso Sollecito, lo speciale ripercorre la sua vita dopo l’assoluzione, in oltre 90 minuti nei quali si analizzano i punti oscuri e le contraddizioni di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che ha avuto anche riflessi internazionali. Accanto alle dichiarazioni di Sollecito e di suo padre compaiono quelle di Francesco Maresca, avvocato di parte civile della famiglia Kercher. Il programma, una produzione originale di Crime+Investigation, andrà in anteprima assoluta sul canale 119 di Sky domenica 28 aprile alle ore 22 e rimarrà poi disponibile su Sky on demand. Il lavoro autoriale è firmato da Alessandro Garramone e Annalisa Reggi, mentre la regia è di Nicola Prosatore. Realizzato da Loft Produzioni (SEIF) in collaborazione con Screept srls per A+E Networks Italia e la produzione esecutiva di Briciola Tv srl.

Sono bastati 30 secondi di anteprima su Facebook per raggiungere 148 commenti. La maggior parte degli utenti ha un’idea ben precisa su Sollecito ma, da un lato, molti contestano che Rudy Guede, il solo condannato per l’omicidio Kercher, abbia pagato per tutti, mentre dall’altro c’è chi ritiene che i primi a sbagliare siano quanti hanno condotto le indagini: “Hanno fatto talmente tanti errori, che l’assoluzione è stato un vero e proprio insulto alla giustizia”, scrive Simone sui social. L’ivoriano Guede è stato infatti condannato in via definitiva e con rito abbreviato a 16 anni per omicidio in concorso con ignoti e violenza sessuale, mentre Sollecito e Knox sono stati assolti dalla Cassazione in via definitiva nel 2015 per non aver commesso il fatto, dopo una condanna nel 2009, in primo grado come concorrenti nell’omicidio, e una seconda nel 2014, quando la Corte d’Assise d’Appello di Firenze riconferma la condanna dei due, rispettivamente a 28 anni e 6 mesi per la Knox e 25 anni per Sollecito.

Tra i commenti non manca poi chi ritiene che tra la Knox e Sollecito ci siano stati conseguenze e trattamenti molto diversi: lei negli Stati Uniti “è diventata quasi un’eroina” dichiara Marianna su Facebook, è noto che abbia scritto un libro di successo e che sia stata protagonista di un discusso documentario firmato da Netflix. Lo stesso avvocato Maresca definisce la Knox “una vera attrice” che “ha usato l’aula per diventare quello che poi è oggi”: “Recitava un personaggio – sostiene Maresca nel documentario -. Ammiccava, sorrideva, cambiava look. Si metteva a piangere, rideva”. Al contrario, l’avvocato dei Kercher definisce Raffaele “un imputato di rimbalzo” e stando ai commenti social in Italia “sarà sempre biasimato”. “Non venivo mai preso in considerazione – racconta lo stesso Sollecito -. Non mi veniva mai fatta una domanda. Sono stato ignorato tutto il processo. Ascoltavo e basta”.

Oltre ai confronti con la Knox, tra i commenti online, Sollecito viene accostato anche ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Garlasco della fidanzata Chiara Poggi del 13 agosto 2007. Oggi Stasi sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate. Il diverso esito dei processi è da rintracciare, stando ai commenti, nelle diverse possibilità economiche dei ragazzi: “Stasi e Sollecito, stesso reato, diverse situazioni sociali, due pesi e due misure” sostiene Silvana su Facebook. Ma non mancano sui social quanti sono sempre stati certi dell’innocenza dei due ragazzi: “Le uniche tracce biologiche erano del ragazzo che è stato condannato, tutto il resto sono chiacchiere e congetture. In qualsiasi paese civile la Knox e Sollecito non sarebbero nemmeno stati indagati”, dichiara Tony.

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