Tra San Pietro, Borgo e piazza Risorgimento le cosiddette “postazioni compatibili” passano da 23 a 7. Nell’area che comprende la stazione Termini, piazza della Repubblica, Castro Pretorio, Esquilino e San Giovanni scendono invece da 144 a 65. Il piano di riordino del Tavolo del decoro del Comune di Roma taglia del 50% il numero dei posti riservati ai venditori ambulanti. L’obiettivo: “Contrastare, nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, l’esercizio di attività commerciali e artigianali in forma ambulante o su posteggio”. La decisione arriva a pochi giorni dalla presentazione in Regione di una norma firmata da M5s e Forza Italia che nella categoria “locali storici, botteghe d’arte e attività tradizionali” fa rientrare anche “le attività di commercio su area pubblica”.

I risultati del lavoro svolto dal Tavolo, cui partecipano la Soprintendenza Speciale di Roma, la Sovrintendenza capitolina, il Dipartimento Attività Produttive di Roma Capitale e la Polizia Locale, sono stati presentati insieme alla Regione Lazio alle associazioni di categoria. Gli stessi, saranno alla base del protocollo d’intesa tra il Campidoglio, la Pisanae il ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le zone ad alto tasso di ambulanti sono state suddivise in 7 ambiti territoriali, e poi individuate due categorie: le aree rosse, dove vige un vincolo monumentale dichiarato e tassativo, e le aree rosa, dove ci sono invece vincoli storico artistici, con zone di rispetto oppure con condizioni d’uso particolari, a esempio per ragioni di sicurezza o di altro genere.

Il 25 marzo, la sindaca Virginia Raggi aveva esultato via social per la sentenza della Cassazione che ha bocciato il ricorso di Alfiero Tredicine, decano della famiglia sinti – fra l’altro coinvolto nella maxi-inchiesta della Procura sulle mazzette nelle licenze a rotazione – presentato contro il provvedimento della giunta Marino che dava il là allo spostamento degli ambulanti dalle aree di pregio. Ora, in virtù della decisione del Tavolo del decoro, attorno a piazza San Pietro, tra Borgo, via della Conciliazione, Borgo Sant’Angelo e piazza Risorgimento le postazioni autorizzate scendono da 23 a 7. Nell’area Termini – Repubblica – Castro Pretorio – Esquilino – San Giovanni passano da 144 a 65. Nel settore Gianicolo – Villa Borghese – Pincio da 17 a 7. Nella zona Testaccio – Trastevere da 53 a 26 mentre nell’area Caracalla – Cave Ardeatine – Ostiense – Appia Antica si scende da 44 a 35.

“Ripuliamo Roma – esulta l’assessore al commercio Carlo Cafarotti – Abbiamo più che dimezzato tutte le postazioni esistenti, togliendo quelle dichiarate incompatibili con il decoro, tra ambulanti, camion bar, postazioni anomale, rotazioni, stagionali e fiorai. Da adesso inizia la partita vera: in tempi brevi, i Municipi dovranno spostare altrove tutte le postazioni irregolari. Come promesso, tutte le zone di pregio torneranno a brillare: da Fontana di Trevi a Piazza San Giovanni in Laterano, passando per via della Conciliazione, ad esempio, non ci sarà più nessuno. Tutto questo lavoro si è reso necessario perché in passato gli amministratori hanno rilasciato titoli autorizzativi a pioggia, senza pietà per i monumenti più visitati del mondo”.

“Ora esiste – commenta Francesco Prosperetti, Soprintendente Speciale di Roma – uno strumento per affrontare la situazione, e con questo è augurabile che finiscano gli alibi e i rinvii, perché è un compito, anzi un dovere rendere più vivibile la nostra città. Senza dimenticarci che il vero decoro si ottiene attraverso l’amore di tutti i gli abitanti per la loro città, e trasmettendolo anche a chi arriva per un soggiorno turistico, per una partita di pallone, per lavoro”.

“Come Regione e in attuazione di chiare indicazioni normative continueremo a dare supporto a questo processo – il commento di Gian Paolo Manzella, assessore Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato della Regione Lazio – una collaborazione istituzionale che ritengo essenziale per affrontare una tematica con risvolti cruciali per il nostro territorio, per le attività economiche, la qualità della vita, l’immagine della Capitale e per le prospettive del turismo”.

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