“Avrei pianto anch’io se mi avessero dato dei cracker e una scatoletta di tonno al posto del pranzo”. A mettersi nei panni della piccola della scuola elementare di Minerbe che il 29 marzo scorso non ha ricevuto il regolare pasto per il mancato pagamento della mensa da parte dei genitori, è Monica Di Marcello, dirigente dell’istituto comprensivo “Berto Barbarani”. A sentirla, è rammaricata che possa essere avvenuto un simile fatto nella sua scuola dove “tutti hanno diritto a mangiare”.
Purtroppo quel giorno la preside non ha potuto fare nulla: “Se l’avessi saputo avrei chiesto di darle da mangiare e avrei parlato io in un secondo momento con l’amministrazione comunale ma purtroppo non è andata così. Va comunque detto che dal primo aprile alla bambina è stato dato il pasto uguale a tutti gli altri”. Di Marcello non sembra essere d’accordo con il sindaco leghista Andrea Girardi e lo fa trasparire dalle sue parole: “L’amministrazione comunale, può piacere o meno ma ha preso questa decisione da alcuni anni. Quando le famiglie dei bambini non pagano tre o quattro pasti non li lasciano a digiuno ma danno loro tonno e cracker”.
Già alla fine del 2018 si erano verificati dei casi simili. “In quell’occasione le maestre avevano rinunciato al loro pasto per far mangiare i bambini”, ammette la preside che per evitare la scatoletta di tonno e i cracker ha proposto al Comune una soluzione: “Visto che la mensa ha un costo e il tempo pieno è diventato una necessità un po’ per tutti, abbiamo già concordato con il Comune che dal prossimo anno chi può pagare la mensa mangerà regolarmente chi invece sarà impossibilitato a pagare oppure avrà altre ragioni per rifiutare il servizio mensa, potrà portare il panino da casa”. Una proposta che ha già preso piede ad esempio a Roverchiara e alla secondaria di primo grado di Minerbe: “Per me non esistono stanze divise, devono mangiare tutti insieme senza alcuna distinzione. La mia priorità è che il bambino mangi”, dichiara la preside.
Intanto anche Save The Children è intervenuta sul caso della bambina di Minerbe: “Ancora una volta – spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa dell’associazione – siamo costretti a registrare un inaccettabile caso di discriminazione nei confronti di un’alunna delle primarie i cui genitori sono in ritardo con il pagamento della mensa scolastica, alla quale è stato offerto un pasto a base di cracker e tonno, mentre i suoi compagni mangiavano il menù completo della mensa”. “Questi comportamenti producono un impatto estremamente negativo sul piano educativo non solo nei confronti dei bambini colpiti, ma di tutto il gruppo classe“, sottolinea Milano. A suo parere “è intollerabile rivalersi sui bambini, ai quali devono sempre essere garantiti i servizi scolastici necessari per godere del diritto all’istruzione e alla salute“. “Anche in caso di morosità dei genitori – conclude – le istituzioni locali devono trovare altre forme di recupero crediti”.