C’è il presidente, ci sono tre consiglieri su quattro. A far notizia, però, è il tassello mancante. E non solo perché il vertice dell’Agenzia Spaziale Italiana resta incompleto, ma soprattutto per il motivo politico alla base dell’intoppo. Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha deciso di continuare la sua personale battaglia contro la nomina di Claudia Bugno nel consiglio d’amministrazione Asi. La novità, in tal senso, è che sul braccio destro del ministro Giovanni Tria hanno chiesto chiarimenti non solo i pentastellati, ma tutto il Comitato interministeriale per lo spazio presieduto dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti. Non è un particolare di poco conto: la Bugno non ha contro esclusivamente Di Maio e soci, ma con tutta evidenza anche il Carroccio. Nella riunione odierna, infatti, il Comint avrebbe dovuto ratificare le cinque nomine dopo il rinvio deciso giovedì 4 aprile: è stata ufficializzata quella di Giorgio Saccoccia a presidente dell’Agenzia (come anticipato da ilfattoquotidiano.it il 20 marzo), sono state vidimate quelle di Maurizio Cheli (in quota Mise), di Luisa Riccardi (quota Difesa) e di Alessandra Celletti (quota Farnesina) come consiglieri, mentre il Comint ha chiesto ulteriori approfondimenti, con il parere favorevole dei rappresentanti di governo del Movimento 5 Stelle, per la nomina di Claudia Bugno dal parte del ministero del Tesoro.
ANCHE LA LEGA CON M5S CONTRO LA NOMINA DI CLAUDIA BUGNO
La scorsa settimana, si ricorderà, Giovanni Tria aveva designato Claudia Bugno consigliere Asi dopo che la stessa consulente aveva deciso rifiutare la nomina (sempre di via XX Settembre) nel board di Stm: un passo indietro maturato dopo le enormi polemiche sollevate dal Movimento 5 Stelle, che contestava la designazione della Bugno per via del suo curriculum vitae (inaccettabile per M5s la sua presenza dal 2013 al 2015 nel consiglio di amministrazione e del Comitato per Controllo e Rischi di Banca Etruria) e per fatto che il figlio della seconda moglie di Tria fosse stato assunto dalla società del marito della Bugno. Con i pentastellati che chiedevano le dimissioni della Bugno anche dallo staff di Tria, il Tesoro aveva tirato dritto, causando lo slittamento della riunione del Comint in programma giovedì 4 aprile. Nella serata del 3 aprile, infatti, i ministeri in quota M5s avevano minacciato di disertare la riunione del Comitato presieduto da Giorgetti qualora il Mef non fosse sceso a più miti consigli. L’appuntamento è stato rimandato di cinque giorni, ma la situazione è rimasta invariata. Anzi: è peggiorata, perché anche la Lega si è accodata ai dubbi di Di Maio e soci, chiedendo ulteriori chiarimenti al ministero dell’Economia. Non è dato sapere, tuttavia, se questi ulteriori chiarimenti siano l’anticamera di una richiesta più netta, ovvero quella di obbligare Tria a cambiare il ‘suo’ nome per il cda di Asi.
CHI PAGA IL NUOVO PRESIDENTE GIORGIO SACCOCCIA?
In attesa di comprendere gli sviluppi di una vicenda tutta politica, va sottolineato che con tre consiglieri su quattro il consiglio d’amministrazione dell’Agenzia spaziale è comunque perfettamente operativo. Si tratta di un fattore non di poco conto, perché i prossimi step organizzativi del nuovo organismo saranno quelli relativi allo stipendio del nuovo presidente Giorgio Saccoccia e alla nomina del direttore generale. In tal senso, a sentire molti addetti ai lavori l’ex dg del Cira Mario Cosmo sarebbe in pole, ma secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it sta prendendo corpo l’ipotesi di una selezione aperta. Ancor più complicata, invece, la questione dello stipendio del successore del commissario Piero Benvenuti. Da dipendente Esa (è capo del settore propulsione spaziale dell’Estec), Giorgio Saccoccia guadagnerebbe circa il doppio rispetto a quanto prenderebbe da presidente Asi: accetterà la decurtazione? Secondo alcuni esperti consultati da ilfattoquotidiano.it, l’unica strada possibile per permettere a Saccoccia di non andare a perderci sarebbe una sorta di distacco (tecnicamente un “secondment“) da Esa ad Asi. Il che però porrebbe un problema di opportunità non solo politica: considerando che con il secondment Saccoccia rimane comunque un dipendente Esa, è mai possibile che il massimo esponente dell’Agenzia spaziale italiana sia un rappresentante dell’Agenzia europea? Non solo: chi pagherebbe lo stipendio? Secondo la legge paga chi ha interesse al distacco, quindi uno dei due contraenti o entrambi. Nel caso di specie, l’interesse dovrebbe essere di Asi, che quindi rischierebbe di pagare molto più di quanto previsto. Si vedrà. L’aspetto relativo allo stipendio, oltretutto, passa addirittura in secondo piano leggendo il regolamento Esa sul secondment, che – si legge nell’articolo 19 – avviene solo ed esclusivamente “in the interest of the service“, ovvero nell’interesse di Esa. Tradotto: il presidente di Asi lavora anche nell’interesse di Esa? Al netto degli interrogativi, si tratta di questioni che agitano non poco il mondo dello spazio italiano e che i responsabili dovranno chiarire al più presto al fine di evitare a Giorgio Saccoccia una partenza con handicap.
CHI SONO I NUOVI CONSIGLIERI D’AMMINISTRAZIONE
Nel nuovo incarico, il neo presidente avrà come componenti del consiglio di amministrazione tre personalità con grande esperienza tecnica e scientifica. Sessantenne a maggio, Maurizio Cheli – il nome scelto da Luigi Di Maio – è un astronauta nonché un imprenditore molto attivo nel mondo dello spazio. Quest’ultimo fattore, tuttavia, potrebbe configurare un conflitto di interesse potenziale con il suo ruolo all’interno dell’Agenzia. Non solo: al momento Cheli è anche nel cda del Cira di Capua, dove riveste il ruolo di consigliere anziano. Nata in provincia di Roma nel 1966, laureata in Scienze statistiche ed economiche, Luisa Riccardi è considerata una fedelissima del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che l’ha nominata in Asi. Carriera lunga e prestigiosa, dal 2016 è membro del cda dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac). È stata voluta dal ministero degli Esteri, invece, Alessandra Celletti. Professoressa di Astrodinamica all’Università di Tor Vergata nonché nome di assoluto livello dello spazio made in Italy, tra premi, riconoscimenti e incarichi del suo sterminato curriculum vitae va segnalata l’esistenza di un asteroide (il 2005 DJ1) che porta il suo nome. A Cheli, Riccardi e Celletti si affiancherà in un futuro più o meno prossimo il nome scelto dal ministero dell’Economia: sarà quello di Claudia Bugno? Con tutto il governo di traverso, per Giovanni Tria sarà difficile spuntarla.