Nel day after del giorno della verità su Stefano Cucchi, il carabiniere che ha fatto riaprire l’indagine sulla morte del geometra romano lancia un appello al premier e al vicepremier: “Ho detto la verità e mi hanno trasferito. Chiedo a Giuseppe Conte e a Luigi Di Maio di tutelarmi”. Con queste parole è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 1 Riccardo Casamassima, il maresciallo dei carabinieri che già tre anni fa era andato in procura a testimoniare sul caso Cucchi. Poi, però, con un’intervista al fattoquotidiano.it, ha spiegato di avere paura: si sentiva minacciato dai suoi stessi colleghi. Dopo un momento di esitazione è andato in aula per raccontare davanti ai giudici le conseguenze subite sul lavoro per avere testimoniato sul caso Cucchi. Dopo alcune settimane, con un post su Facebook, lo stesso Casamassima ha denunciato di essere stato spostato alla Scuola Allievi, con una diminuzione dello stipendio e un demansionamento. Tutto questo subito dopo aver ripetuto in aula le sua accuse nei confronti dei colleghi.
Ieri al processo ha deposto un altro carabiniere, Francesco Tedesco, imputato con l’accusa di omicidio preterintenzionale: è il militare che nel giugno del 2018 ha raccontato per la prima volta il pestaggio di Cucchi da parte dei due suoi colleghi imputati con lui. “Ho capito che il muro cominciava a sgretolarsi quando Casamassima (Riccardo, uno dei militari che ha fatto riaprire l’inchiesta) ha cominciato a parlare e non mi sono sentito più solo come prima”, ha detto il superteste. “Sono contento. Mi sento soddisfatto per le parole dette dal carabiniere Tedesco in udienza. Questo dimostra che lo sforzo che abbiamo, fatto mettendoci la faccia e mettendoci pesantemente in gioco, è servito a qualcosa. In primo luogo a dare la verità alla famiglia Cucchi e poi a dare il buon esempio agli altri colleghi. Ieri in aula ho visto tanti sguardi pieni di fiducia: lo sguardo del pm Giovanni Musarò, dell’avvocato Fabio Anselmo, dell’avvocato Pini, di Ilaria. Invece dall’altro lato ho visto persone messe all’angolo”, ha detto oggi Casamassima.
Il carabiniere ha commentato anche la lettera del Comandante Generale dell’Arma Giovanni Nistri alla famiglia Cucchi: “Lui parla da carabiniere e da padre: Io da padre non mi sarei mai comportato nei confronti di un carabiniere adottando i provvedimenti che sono stati adottati nei miei confronti. Non mi sarei mai permesso di danneggiare una persona dopo che ha testimoniato e dopo che sta dando la verità a una famiglia”, ha detto Casamassima. “Mi sono sentito umiliato. Il trasferimento è stato fatto solo ed esclusivamente a scopo punitivo. E questo lo dico con certezza. Infatti stiamo valutando la possibilità di formalizzare una denuncia per abuso d’ufficio nei confronti del Comando generale -continua Casamassima- Ho fatto due istanze per incontrare il comandante generale dell’Arma, ma senza riscontro. Le persone coinvolte nel processo, parliamo anche di alti ufficiali, che hanno depistato le indagini, stanno continuando a mantenere i loro posti di comando. Al premier Conte e al vicepremier Di Maio chiedo di intervenire. Mi devono tutelare dalle azioni che vengono fatte nei miei confronti. E devono tutelare anche Tedesco”.