Oltre sei milioni di israeliani stanno andando alle urne per il rinnovo della Knesset. Per il premier uscente Benjamin Netanyahu – che ha voluto queste elezioni anticipate di sei mesi – è il voto più importante della sua (lunga) vita politica – potrebbe essere l’ultima trincea. Inseguito da 3 capi d’accusa per i quali potrebbe essere giudicato dal prossimo luglio, Netanyahu ha buttato nel piatto tutto. Insieme al “suo” Likud avanza una variegata schiera di 7 piccoli partiti che va dai religiosi ortodossi fino ai suprematisti ebraici. Ha promesso qualunque cosa a chiunque. Perché stavolta c’è un candidato in grado di batterlo. Benny Gantz è un ex generale e un debuttante in politica che in meno di sei mesi è riuscito a costruire un partito e un’alleanza in grado di battere il Likud. L’accordo elettorale con i centristi del partito Yesh Atid (guidato da Yair Lapid) e la presenza in lista di altri due ex comandanti militari di peso (l’ex Chief of Staff Gabi Askenazi e l’ex generale e ministro della Difesa Moshe Yaalon) garantisce con certezza che il voto a Kahol Lavan non è “un voto dato agli arabi” o “un voto a sinistra” come raccontano i sostenitori di Netanyahu.
I sondaggi di opinione, così come il pubblico israeliano, sono quasi perfettamente divisi. La metà delle indagini condotte prima del voto ha messo in testa Kahol Lavan di Benny Gantz. L’altra metà aveva il Likud con un vantaggio di dimensioni simili. Ma su una cosa i sondaggi concordavano: il blocco dei partiti di destra e religiosi aveva una piccola maggioranza sull’opposizione di centrosinistra. Piccolo, ma non così costante, in quanto è una maggioranza basata su sette piccoli partiti che sono tutti piuttosto vicini alla soglia elettorale del 3,25 per cento. Quindi nulla è certo e i sondaggi sono comunque discutibili. I seguenti sono alcuni scenari per i risultati che inizieremo a sentire stanotte:
Scenario 1 – Se Likud e Kahol Lavon riceveranno più o meno lo stesso numero di seggi, ma i partiti di destra e quelli religiosi con una piccola maggioranza, è probabile che sia Benjamin Netanyahu che Gantz per proclameranno la vittoria. Ma sarà Bibi che avrà la possibilità di formare una coalizione. Non sarà facile, perché significherà che Netanyahu dovrà fare un accordo separato con ciascuno degli altri sette partiti nella sua coalizione, ognuno dei quali può far cadere il suo governo e ricattarlo in qualsiasi momento. Per questo Netanyahu potrebbe iniziare a pensare che potrebbe essere meglio costruire una grande coalizione con Gantz.
Scenario 2 – Se troppi elettori di destra abbandonano i partiti minori che avevano in programma di votare e preferiranno il Likud, Netanyahu sarà il leader del più grande partito della Knesset, ma potrebbe non avere una coalizione. Il numero di piccoli partiti di destra verrebbero spinti al di sotto della soglia elettorale e potrebbe modificare l’equilibrio tra i blocchi. E’ il caso dei nazionalisti Yisrael Beitenu, dei suprematisti di Otzma Yehudit, dei sovranisti filo-marijuana di Zehut. Ma cosa succede se l’ondata di Likud annega anche Kulanu di Moshe Kahlon e Hayamin Hehadash di Naftali Bennett? Se tre partiti della coalizione cadono sotto la soglia, il centro-sinistra avrà una maggioranza e Netanyahu avrà perso la sua coalizione. Non importa quanti voti prenda il Likud.
Scenario 3 – Dall’inizio della campagna, è stato chiaro che l’unica via per la vittoria di Gantz sta nel conquistare un gran numero di elettori “soft-right” di partiti dell’attuale coalizione di governo. Ma cosa succederebbe se altri di quei soft right-wingers si fossero effettivamente spostati verso Gantz senza essere individuati dai snodasti? Potrebbero rappresentare il vero punto di svolta di questa elezione. In numero sufficiente, potrebbero negare la maggioranza alla coalizione Netanyahu. Gantz non vincerà ancora automaticamente, poiché non formerà un governo con i partiti arabi ma dovrà trovare partner attualmente nella coalizione di Netanyahu.
Scenario 4 – Alcuni di questi scenari possono accadere in combinazione o possono annullarsi a vicenda. Potrebbero anche portare a uno stallo post-elezioni, come quello del 1984 tra Yitzhak Shamir del Likud e Shimon Peres leader del Labour. Con lo stesso scenario questa volta né Netanyahu né Gantz potrebbero essere in grado di costruire una coalizione e sarebbero costretti a sedere insieme in un governo di unità nazionale. E questo potrebbe essere lo scenario che entrambi stanno segretamente pianificando.