Un consiglio dei ministri di nemmeno mezz’ora che approva solo il Def e non il decreto sui rimborsi ai risparmiatori “truffati” dalle banche, perché ci sono “dettagli da limare”. Poi nessuna conferenza stampa ma solo un vertice a tre tra il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Assente il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che se n’è andato da Palazzo Chigi subito dopo il cdm durante il quale – secondo le agenzie – si è scontrato con i leader di M5s e Lega sulla fattibilità nel 2020 della flat tax in parallelo con il disinnesco delle clausole Iva da 23 miliardi. Infine, due comunicati stampa: uno di Palazzo Chigi, con il riassunto dei contenuti del Def ma nulla sugli indennizzi ai risparmiatori, e uno separato del Tesoro che dopo le tabelle del Documento parla del decreto Crescita in cui, rivendica, “vengono introdotte anche importanti novità per i risparmiatori rimasti coinvolti nei crac bancari, che consentono la piena operatività del Fondo Indennizzi Risparmiatori“. Cronaca di una nuova giornata di altissima tensione tra il titolare di via XX Settembre e gli alleati di governo.
Nel consiglio dei ministri “si è parlato del decreto per le vittime delle crisi bancarie” e all’interno del “governo sono d’accordo sul fatto che si farà”, hanno fatto sapere fonti leghiste, parlando di “qualche questione tecnica da limare” prima di arrivare all’approvazione del decreto. Poco dopo però il Tesoro ha diffuso un comunicato in cui, dopo aver annunciato il varo del Def 2019 che “traccia le linee guida della politica di bilancio e di riforma per il prossimo triennio, con l’obiettivo fondamentale di una nuova fase di sviluppo economico e di un miglioramento nell’inclusione sociale e della qualità della vita nel pieno rispetto dei vincoli europei”, rivendica la messa a punto di un “pacchetto organico di misure urgenti per la crescita” in cui “vengono introdotte anche importanti novità per i risparmiatori rimasti coinvolti nei crac bancari che consentono la piena operatività del Fondo Indennizzi Risparmiatori (FIR) che ha una dotazione di 1,5 miliardi di euro”.
“Potrà accedere al rimborso automatico il 90% dei risparmiatori”, si legge nel testo, che ricorda i termini della proposta su cui è arrivato l’ok delle associazioni dei risparmiatori, “ovvero chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio immobiliare (in realtà è mobiliare, ndr) inferiore ai 100.000 euro. E’ stato predisposto un indennizzo semiautomatico anche per il restante 10%, con la semplificazione dei processi di verifica di una commissione tecnica attraverso la tipizzazione in diverse categorie delle violazioni massime e dei criteri che conducono all’erogazione diretta dell’indennizzo. Inoltre, sono state poste le basi per il rafforzamento dell’indipendenza della Commissione tecnica e della sua capacità operativa. In questo modo potranno arrivare in tempi ridotti i primi rimborsi, che prevedono un indennizzo pari al 30% del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per gli azionisti e un ristoro pari al 95% del costo, entro il limite di 100.000 euro, per gli obbligazionisti subordinati”.