Non solo l’amicizia con Marco Carrai e quella foto abbracciato a Matteo Renzi che non sono certo piaciuti alla base leghista. Adesso il candidato del centrodestra a Firenze, Ubaldo Bocci, rischia di scivolare anche su una cena organizzata quattro anni fa (11 maggio 2014) nella sua abitazione in centro a Firenze. L’obiettivo? Sostenere l’allora candidato sindaco del Pd dopo le dimissioni di Renzi, Dario Nardella. L’episodio è stato rivelato sabato mattina dal quotidiano Repubblica Firenze e confermata a ilfattoquotidiano.it da due fonti che conoscono bene sia Nardella che Bocci: alla cena, in piedi e con un ricco buffet, parteciparono circa trenta persone della Firenze che conta tra cui ovviamente il padrone di casa ma anche lo stesso Nardella che portò con sé un collaboratore. Così, quando la notizia ha iniziato a circolare in città, le chat dei dirigenti e militanti di Lega e Fratelli d’Italia sono tornate ad essere bollenti, dopo i malumori dei giorni scorsi proprio sulla vicinanza di Bocci all’ex giglio magico. “Nella culla del renzismo stiamo candidando un renziano in felpa” risponde amareggiato al fatto.it un noto esponente del centrodestra fiorentino.
Quella cena per “sostenere” Nardella – Secondo le diverse testimonianze, la cena si tenne nell’abitazione di Bocci in via Jacopo Nardi e già dai primi brindisi aveva assunto il di un vero e proprio “evento elettorale”. L’allora vicensindaco Nardella infatti aveva subito iniziare a parlare con i commensali dei temi della campagna elettorale come quello dell’aeroporto di Peretola o della tramvia. E la cena di sostegno elettorale sarebbe l’ulteriore dimostrazione di un’amicizia tra Nardella e Bocci di lunga data. Il sindaco di Firenze adesso preferisce non commentare ma da Palazzo Vecchio fanno sapere che “la cena c’è stata” anche se il primo cittadino “non si ricorda molto”. Lo staff di Bocci invece ha spiegato, confermando l’episodio, che quella fu solo “un confronto e una cortesia istituzionale” come “ne erano avvenute con altri candidati come quello di centrodestra, Marco Stella”. Se è vero che, in veste di Presidente di Unitalsi (la Fondazione che trasporta i malati a Lourdes), Bocci ci teneva a mantenere buoni rapporti con tutti i candidati a sindaco di Firenze, le testimonianze dei presenti alla cena parlano di “chiaro sostegno elettorale” proprio nei confronti di Nardella. Una circostanza che adesso potrebbe imbarazzare non poco lo stesso Bocci, che da giorni va all’attacco del suo prossimo avversario a sindaco di Firenze.
“Bocci è un candidato renziano” – Dopo l’uscita della notizia, il silenzio tra i dirigenti del centrodestra regna sovrano. La strategia è chiara: si va avanti senza dare troppo peso al passato e alle relazioni extra-istituzionali. Eppure nella base leghista in pochi hanno capito la candidatura di Bocci, lanciata lunedì scorso addirittura dal vicepremier Matteo Salvini. Quest’ultimo, infatti, non è esattamente un leghista da battaglia: la sua Fondazione ha da sempre promosso progetti di accoglienza di migranti e può contare su una fitta rete di relazioni soprattutto nella Chiesa fiorentina: nel 2016 fu nominato direttamente nel Cda di Radio Monte Serra dall’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori. Non solo: Bocci è amico anche di Nardella e del braccio destro di Matteo Renzi, Marco Carrai, che proprio cinque anni fa lo invitò al suo matrimonio a San Miniato con Francesca Campana Comparini. La base leghista gli avrebbe sicuramente preferito un candidato più battagliero come Jacopo Cellai o lo stesso Paolo Marcheschi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia lanciato a febbraio e poi ritiratosi per lasciar spazio proprio a Bocci.
Tant’è che negli ultimi giorni, oltre ai mugugni interni alla base leghista, sono emerse anche le prime uscite pubbliche di dirigenti del centrodestra contro il candidato scelto per provare a sconfiggere Nardella. Prima lo scontro con il candidato di centrodestra a Prato, Daniele Spada, sull’aeroporto di Peretola voluto da Renzi e Carrai (Bocci è per il “sì”, Spada per il “no”) e poi la dichiarazione del senatore di Fratelli d’Italia, Achille Totaro, al Sito di Firenze: “Bocci viene da un’area troppo vicina al mondo renziano, a Carrai in primis – aveva detto qualche giorno fa –. A Firenze, per vincere, si doveva scegliere una persona in grado di rappresentare l’universo denominato sovranista e lui non mi pare l’uomo capace di interloquire con in nostro elettorato popolare”. Una posizione, quella di Totaro, condivisa da molti nel centrodestra fiorentino.