Il Vaticano ha deciso di aprire un’indagine interna sulla vicenda di Emanuela Orlandi. Lo rende noto l’avvocato della famiglia, Laura Sgrò, dicendo che la Segreteria di Stato ha “autorizzato l’apertura di indagini” e specificando che gli accertamenti sarebbero legati alle verifiche su una tomba del cimitero teutonico. “Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela” dice all’Adnkronos Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela. Il 4 marzo scorso era emersa la notizia che la famiglia aveva portato avanti indagini difensive dopo aver ricevuto una La lettera che aveva portato a ipotizzare che il corpo si potesse trovare in una tomba del cimitero teutonico, all’interno delle Mura vaticane. Da qui la richiesta al vaticano di riaprirla.

“Cercate dove indica l’angelo” si leggeva nel messaggio arrivato l’estate scorsa all’avvocato come indizio per ritrovare i resti di Emanuela, sparita in circostanze misteriose a 15 anni nel 1983. Appoggiato a una parete del cimitero teutonico, scriveva il Corriere, c’è la statua di un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino “Requiescat in pace”, “Riposa in pace”. Per terra una lastra con una scritta funeraria dedicata alla principessa Sofia e al principe Gustavo von Hohenlohe che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX. Ma la datazione della statua è diversa da quella della lastra. L’istanza formale per la riapertura del loculo era stata inoltrata al segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

“Alcune fonti – era scritto nella richiesta depositata dall’avvocato Sgrò il 25 febbraio scorso – riferiscono che più persone da anni sono solite deporre i fiori in segno di pietà nei confronti dell’Orlandi che lì sarebbe seppellita. Per fugare ogni dubbio sul contenuto, si ritiene opportuno una ricerca negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti essere stato sepolto. In ogni caso si chiede l’apertura della tomba alla presenza della sottoscritta di un rappresentante della famiglia Orlandi e del nostro consulente tecnico, il dottor Giorgio Portera, affinché possa partecipare alle operazioni con tutte le garanzie necessarie vista la gravità del caso”. Nel corso degli anni sono state tante le “piste”, poi rivelatesi false, per ritrovare Emanuela Orlandi. L’ultima risale a qualche mese fa, quando sono state ritrovate delle ossa nella sede della Nunziatura apostolica a Roma.

“Nei mesi scorsi abbiamo incontrato, io e in alcune occasioni anche il mio avvocato Laura Sgrò, il segretario di Stato, Pietro Parolin, con il quale abbiamo parlato del caso di Emanuela e abbiamo presentato le nostre richieste” dice Orlandi. Il portavoce del Vaticano però appare cauto. Al momento non ho comunicazioni al riguardo – dice Alessandro Gisotti -. Mi riservo di darle se ce ne saranno

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