Sono passati ormai otto anni da quando nel 2011 Emilia Clarke fu colpita da due diversi aneurismi cerebrali, poco dopo l’avvio delle riprese della prima stagione di Games of Thrones, la celebre serie tv conosciuta in Italia come Il Trono di Spade. L’attrice britannica, oggi 32enne, ha voluto ricordare quei momenti difficili, in cui ha rischiato di morire, rivelando nuovi dettagli di quello che le è successo e rendendo pubbliche anche alcune foto di allora. Tutto era iniziato durante un allenamento in palestra: “Mi sono sentita come se una fascia elastica mi stesse comprimendo il cervello, così sono rientrata negli spogliatoi e in bagno sono caduta sulle ginocchia e ho iniziato a vomitare in modo violento e copioso, mentre il dolore si faceva sempre più forte”, ha raccontato in un’intervista a Sunday Morning sulla Cbs.
“Già in quel momento, avevo capito che il mio cervello era danneggiato. L’aneurisma è una patologia molto grave, che uccide un terzo delle persone che vengono colpite, anche se questo l’ho scoperto solo dopo. Avevo capito solo una cosa: dovevo accantonare la carriera per salvare la mia stessa vita. Dopo l’operazione, la convalescenza fu lenta e complicata. Dovevo imparare a memoria interi copioni e in quel momento non ricordavo neanche il mio stesso nome” – ha rivelato Emilia Clarke. “In quel momento, però, non pensavo alla carriera, anche se ero appena arrivata a realizzare il mio sogno. L’unica cosa a cui pensavo, in ogni istante, era di dover morire“.
A distanza di due anni dal primo aneurisma, Emilia Clarke ha rischiato nuovamente di morire per un secondo episodio: “In quel caso c’è stato un pezzo del mio cervello che è realmente morto – ha spiegato -. Se un’area non riceve per un minuto il sangue non funziona più. Si tratta di una specie di corto circuito”. In seguito alla seconda operazione subita per l’aneurisma al cervello, la Clarke ha anche avuto paura di non poter più tornare a recitare: “Vai sul set, reciti la parte di un personaggio tosto: cammini attraverso il fuoco, parli a centinaia di persone e ti viene chiesto di lavorare più che puoi. E quella è stata la cosa che mi ha salvato dal considerare la mia stessa mortalità – ha aggiunto, confermando che adesso è in ottima forma -. Negli anni, dopo la seconda operazione, sono guarita andando oltre ogni ragionevole speranza. Ora sto bene”.