La Camera ha approvato la mozione unitaria che impegna il governo a “riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale”. A votare a favore sono stati 382 deputati, nessun ha espresso voto contrario e mentre i 43 di Forza Italia si sono astenuti. Dopo il voto tutti i deputati si sono alzati in piedi ad applaudire. L’ok arriva a due giorni delle proteste della Turchia, che aveva convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, e la “condanna” all’atto del Parlamento arrivata dal partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Per Andrea Delmastro (Fdi) il voto della Camera è “una vittoria di un Parlamento che ha resistito alle pressioni turche che ha convocato il nostro ambasciatore ad Ankara e ha inviato l’ambasciatore turco in Parlamento per condizionare il voto”. Tutti i deputati intervenuti nel dibattito hanno ribadito, pur se con toni diversi, che il voto di oggi non è un atto ostile nei confronti della Turchia di oggi. La posizione così espressa da Montecitorio, ha puntualizzato Enrico Carelli del M5s, “non mette in discussione l’amicizia, i buoni rapporti con uno Stato amico, ben diverso dall’Impero Ottomano”. E sempre riferendosi ad Ankara ne ha evidenziato il “ruolo strategico di porta tra Oriente e Occidente”.
Eppure le proteste di Ankara continuano. Il partito di Erdogan “condanna fermamente la mozione proposta nel Parlamento italiano sugli avvenimenti del 1915”, ha detto il portavoce Omer Celik, ribadendo la posizione espressa luendì al’ambasciatore d’Italia in Turchia, Massimo Gaiani, era stato convocato al ministero degli Esteri turco per esprimergli il “dispiacere” di Ankara.
La protesta diplomatica è una prassi comune in casi analoghi da parte del governo turco, che non riconosce il genocidio degli armeni durante la Prima guerra mondiale. Ankara sostiene che i massacri del 1915 sono avvenuti nell’ambito di un conflitto e non sono stati orchestrati su base etnica o religiosa e contesta anche le cifre delle vittime.