“Abbiamo dato forma alle equazioni di Einstein, osservando per la prima volta in modo diretto un buco nero, e misurando il suo orizzonte degli eventi. Adesso possiamo dire con certezza che i buchi neri esistono, non sono più solo teoria ma realtà”. Le parole sono cariche di entusiasmo e commozione. A raccontare a IlFattoquotidiano.it la storica scoperta scientifica è una delle sue protagoniste, Mariafelicia De Laurentis, che insegna astrofisica all’Università Federico II di Napoli ed è associata all’Infn. “Quando abbiamo visto per la prima volta l’immagine durante un meeting a novembre 2018, c’è stato un silenzio incredulo in sala. Io, personalmente, mi sono commossa”, rivela De Laurentis. “La fisica è, infatti, la mia passione. Un mestiere gratificante, perché ci permette ogni giorno di apprendere cose nuove, soprattutto quando si lavora in un grande gruppo”, aggiunge.
Rientrata in Italia nel 2018, dopo avere insegnato in Germania e in Russia, Mariafelicia De Laurentis è tra i cinque italiani che hanno firmato le ricerche appena pubblicate sul buco nero di M87. Sono suoi molti dei calcoli teorici che hanno permesso di stanare questo mostro cosmico. “Sono stata chiamata nella collaborazione come esperto di teorie relativistiche della gravitazione”, spiega la studiosa campana, la sola del gruppo di Eht insieme a Elisabetta Liuzzo, dell’Inaf di Bologna, a fare ricerca in Italia. “Quello che mostra l’immagine – continua De Laurentis – è l’ultima superficie osservabile di un buco nero rotante di forma asimmetrica, oltre la quale non riusciamo a vedere più nulla. Quando si cade dentro un buco nero, ci insegna Einstein, si perde infatti la connessione dello spazio e del tempo”.