Burberry London anticipa la Brexit e chiude la storica boutique romana di via dei Condotti, con 34 lavoratori che si ritroveranno in mezzo alla strada. Una decisione che arriva in seguito alla scadenza del contratto d’affitto che oggi costa al brand 3,5 milioni di euro all’anno, ma per il rinnovo del quale Burberry avrebbe dovuto sborsare fino a 6 milioni di euro. “Una vera e propria beffa soprattutto per i lavoratori – denuncia Francesco Iacovone del Cobas nazionale – che per anni nel negozio di via dei Condotti hanno dovuto subire  vessazioni”. Il sindacato chiede che, per tutelare i lavoratori e in attesa di trovare un nuovo spazio per la boutique “l’azienda utilizzi degli strumenti difensivi”, come “la cassa integrazione o contratti di solidarietà”.

LA CHIUSURA DELLA STORICA BOUTIQUE – La comunicazione dell’imminente chiusura è arrivata al sindacato direttamente dall’azienda, con i lavoratori già in agitazione. Ad essere incerto non è solo il futuro degli addetti alle vendite in via Condotti, 740 metri quadri di collezioni monomarca distribuiti su due piani di un edificio del XVIII secolo, di proprietà delle famiglie Vismara e Caffarelli. Non andrebbe molto meglio ai colleghi dei negozi di Fiumicino. “In nove – spiega Iacovone – sono sull’orlo del licenziamento a causa della chiusura del punto vendita del Terminal 1”. Nel caso degli store aeroportuali la trattativa è tuttora in corso. Al momento non c’è stato alcun accordo, con il rifiuto dei licenziamenti con incentivo. In discussione sembrerebbe anche il futuro di una boutique di Castel Romano.

LA BREXIT DI BURBERRY DOPO LE DENUNCE DEI COMMESSI – “Quella di Burberry è una vera e propria Brexit e a farne le spese saranno i lavoratori” commenta il rappresentante del Cobas, ricordando quanto hanno passato proprio i lavoratori di via dei Condotti, con vessazioni di vario genere “tra videosorveglianza, perquisizioni e maltrattamenti”. “La boutique della vergogna ce la ricordiamo tutti” continua Iacovone, riferendosi ai fatti venuti alla luce nel 2016, quando alcuni dei commessi trovarono la forza di denunciare i soprusi . Furono segnalati atti di discriminazione razziale, l’invio di foto di dubbio giusto e a tarda notte sui cellulari dei dipendenti, percosse e persino un mancato soccorso per un aborto. Dopo uno sciopero e una manifestazione, Burberry prese atto delle gravissime dichiarazioni dei dipendenti e licenziò il district manager e il direttore dello store capitolino.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Le nuove tecnologie devono tutelare i lavoratori più fragili. E non pensare solo al profitto

next
Articolo Successivo

Reddito di cittadinanza, così esplode il lavoro nero. La fretta è cattiva consigliera

next