il pm Alberto Pioletti ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato del manager che è amministratore unico della società che gestisce il Gran Hotel Plaza di via del Corso, uno degli hotel più prestigiosi di Roma. La cifra contestata è di circa a 2 milioni di euro. Già sequestrata lo scorso giugno
L’accusa della procura di Roma è di aver omesso versamenti per cinque anni dal il 2014 al 2018 della tassa di soggiorno destinata alle casse del Comune. Per questo Cesare Paladino, padre di Olivia fidanzata del premier Giuseppe Conte, rischia il processo. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera il pm Alberto Pioletti ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato del manager che è amministratore unico della società che gestisce il Gran Hotel Plaza di via del Corso, uno degli hotel più prestigiosi di Roma. La cifra contestata è di circa a 2 milioni di euro. Già sequestrata lo scorso giugno.
Secondo quanto accertato dagli uomini della polizia municipale, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Pioletti, l’imprenditore si sarebbe illecitamente appropriato di oltre 300mila euro per l’anno 2014, di oltre un milione e 500mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017 e di circa 88mila euro per l’anno in corso per un totale di oltre due milioni di euro. La tassa di soggiorno è stata codificata nel 2010 e prevede un contributo a carico di chi alloggia nelle strutture alberghiere della Capitale da applicare secondo criteri di gradualità. Paladino non è l’unico manager finito nel mirino della procura. In totale, sempre secondo il quotidiano di via Solferino, sono 40 i proprietari e i gestori di alberghi e altre strutture sotto inchiesta per non aver versato la tassa di soggiorno. Viene contestato il reato di peculato perché nella riscossione del tributo di fatto sono incaricati di un pubblico servizio.