Il provvedimento si è arenato in commissione Parità a causa di un emendamento presentato dall'ala cattolica dem contro la maternità surrogata. Tensioni dentro la maggioranza. Intanto il Carroccio ha organizzato il secondo round della manifestazione di Verona
Da una parte i relatori di quello che è stato definito “il secondo tempo” del Congresso mondiale delle famiglie appena tenutosi a Verona, dall’altra la comunità Lgbti del Bologna Pride e le donne dei movimenti per la parità, insieme ad alcuni esponenti del Pd. Terreno di scontro: la città di Bologna. Oggi, sotto le Due Torri, si è tenuto, nella sede della Regione Emilia-Romagna, il convegno ‘Sì alle leggi per la famiglia, no alla legge sulla omotransnegatività’ che ha visto tra i relatori principali Jacopo Coghe, vicepresidente del XII Congresso Mondiale delle Famiglie. Organizzato da Lega, FI, FdI e dal Movimento sovranista, il convegno è stato ‘accolto’ dalla protesta di un centinaio di esponenti della comunità Lgbti del Bologna Pride, delle famiglie arcobaleno e delle associazioni che lottano per i diritti delle donne.
La protesta arriva all’indomani di una giornata davvero difficile, in Emilia-Romagna, per il tema dei diritti dei gay. Il progetto di legge di cui si parla nel titolo del convegno, infatti, è quello contro la omotransfobia che il 10 aprile si è arenato in commissione Parità della Regione, a causa di un emendamento presentato dall’ala cattolica dem contro la maternità surrogata che ha spaccato il Pd e la maggioranza e fatto infuriare la comunità Lgbti. Nell’emendamento presentato da Giuseppe Paruolo e Giuseppe Boschini e firmato da un terzo dei consiglieri Pd (Rontini, Tarasconi, Soncini, Boschini, Pruccoli, Cardinali, Molinari e Zoffoli), nonché, con entusiasmo, da FI, FdI, Lega e Mns, si chiede di aggiungere un articolo, al progetto di legge, per “prevenire e sostenere il contrasto di ogni forma di sfruttamento della donna e violazione della dignità della persona, con particolare riferimento a violenza sessuale, abuso di minori e sfruttamento della prostituzione, stalking e surrogazione di maternità”. Nello stesso emendamento, inoltre, si chiede che la Regione “non conceda contributi ad associazioni, anche se regolarmente iscritte nei registri regionali, che nello svolgimento delle proprie attività ledano la dignità della donna e delle persone”.
Ieri Sinistra italiana ha chiesto al Pd di “fermarsi e tornare indietro” e sono arrivate le critiche da parte dei dem contrari alla presentazione dell’emendamento. In primis, il sindaco di Bologna, Virginio Merola che ha attaccato: “La legge sull’omotransfobia è un traguardo fondamentale e va approvata. E’ discutibile equiparare tout court la maternità surrogata alla violenza sessuale. In ogni caso non mancherà il sostegno del Comune alle famiglie arcobaleno”. Oggi il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha richiamato all’ordine i dem, avvertendoli di non “regalare a questa destra, che in parte è anche oscurantista, una frattura del Pd e del centrosinistra”. A perdere le staffe, ieri, anche il M5s che ha parlato di un “deprimente risiko politico tutto interno ai dem” ma ha lanciato, tramite la consigliera Silvia Piccinini, un salvagente al Pd: “Siamo disponibili a votare il testo proposto dalla maggioranza e da parte loro c’è la volontà di fare un passo indietro sugli emendamenti proposti che ne minano l’efficacia dall’interno, stravolgendolo in più parti” ha proposto.
Le proteste contro il convegno e l’emendamento del Pd sulla maternità surrogata si sono sommate nelle scritte sui cartelloni esposti dalle donne e dagli esponenti della comunità Lgbti in presidio come: “Libere di scegliere” o “Famiglie arcobaleno non contano di meno”. Fino ad arrivare a quelli che attaccano frontalmente il Pd per l’emendamento della discordia: “Pd: vi siete incartati (come al solito)”; “I vostri squallidi giochi di potere sempre sulla nostra pelle” e ancora: “Stop omofobia istituzionale”, un cartello che reca, nello sfondo, le facce dei consiglieri regionali dem Giuseppe Paruolo e Giuseppe Boschini, primi firmatari dell’emendamento della discordia. Ad esultare per la battuta d’arresto della legge, invece, oltre al centrodestra proprio Jacopo Coghe. “Siamo contenti che la legge si sia fermata – dichiara arrivando al convegno – . Faccio un appello anche a tutti i consiglieri regionali a rivalutarla e ritirarla”. “Mi sembra una legge fatta ad personam sapendo anche chi c’è dietro, i vari Lo Giudice e Cirinnà, ma oggi credo che verranno a manifestare contro se stessi perché il Pd è spaccato“, ha aggiunto. Al presidio ha partecipato anche lo storico leader del movimento gay Franco Grillini e alcuni esponenti dem, come il capogruppo in Comune, Claudio Mazzanti e l’assessore alle Pari opportunità, Susanna Zaccaria. Vincenzo Branà, presidente del circolo Arcigay ‘Il Cassero’ commenta: “Il fatto che mentre si parla di una legge contro l’omotransfobia deve uscire fuori, necessariamente, la maternità surrogata, stigmatizza una comunità, bisogna che il Pd faccia un passo indietro”. A salutare i manifestanti, si è avvicinato anche il capogruppo del Pd, Stefano Caliandro, che ha sottolineato come l’appello fatto da Sinistra italiana ai dem di “fermarsi” sia stato accolto. L’impasse di ieri, spiega, “va superato. Dobbiamo ascoltarci e trovare una sintesi”.