I particolariemergono dalla proroga delle indagini chiesta dalla procura nei confronti, oltre che del governatore e del suo capo di gabinetto, anche di 3 imprenditori. La vicenda riguarda due fatture da 24mila e 59mila euro pagate alla Eggers 2.0. Gli investigatori erano alla ricerca di "finanziamenti, contributi regionali, contratti di appalto, delibere e determine" in favore delle due società che pagarono il debito con chi aveva curato la campagna per le primarie Pd
Ci sono due fatture da 24mila e 59mila euro dietro l’inchiesta della procura di Bari che coinvolge il governatore della Puglia, Michele Emiliano, accusato di abuso d’ufficio e induzione indebita. Il sospetto del procuratore aggiunto Lino Bruno Giorgio e della pm Savina Toscani – che hanno affidato gli accertamenti alla Guardia di finanza – è che Emiliano, in concorso per la sola induzione con il suo capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi, abbia spinto due società, “entrambe in rapporti con la Regione Puglia per finanziamenti, contributi e concezione di servizi” a pagare un debito alla Eggers 2.0, hub di comunicazione che curò la campagna elettorale del governatore per le primarie Pd del 2017.
Sono questi i particolari che emergono dalla proroga delle indagini chiesta dalla procura e concessa dal gip Antonella Cafagna nei confronti, oltre che di Emiliano e Stefanazzi, anche di tre imprenditori. Si tratta di Giacomo Pietro Paolo Mescia, Vito Ladisa e Pietro Dotti. Il primo e il secondo – rispettivamente amministratori delle società Margherita Srl e Ladisa Srl – rispondono di induzione indebita e fatture false, mentre Dotti, amministratore di Eggers 2.0, è accusato solo di fatture false.
La vicenda riguarda due fatture da 24mila e 59mila euro pagate da Margherita e Ladisa alla società Eggers di Torino che aveva curato parte della campagna elettorale di Emiliano per le primarie del Pd del 30 aprile 2017 e che vantava nei suoi confronti un credito complessivo di 65mila euro. Gli accertamenti della Guardia di Finanza di Bari riguardano eventuali procedimenti amministrativi svolti e in corso di svolgimento e l’eventuale emissione da parte di uffici della Regione Puglia di provvedimenti relativi alla società di ristorazione Ladisa Srl.
Per questo martedì i finanzieri sono entrati negli uffici della Presidenza della Regione per acquisizione di documenti e dati e nella stessa azienda, i cui uffici sonno stati perquisiti. Gli investigatori erano alla ricerca di “finanziamenti, contributi regionali, contratti di appalto, delibere e determine” e di documenti relativi alla registrazione nelle scritture contabili della fattura dell’ottobre 2017, dell’importo di circa 59 mila euro, emessa dall’agenzia di comunicazione torinese Eggers 2.0 nei confronti di Ladisa. La perquisizione ha portato anche al sequestro di documenti.
Il sospetto degli inquirenti è che ci sia un collegamento tra il pagamento della fattura alla Eggers ed eventuali rapporti di lavoro delle aziende pugliesi che hanno poi pagato quel debito e la Regione. I finanzieri stanno ricostruendo, infatti, anche i rapporti tra l’imprenditore barese con il presidente Emiliano nonché con alcuni dei suoi collaboratori e con il titolare della società di comunicazione. Mercoledì, il presidente Emiliano – che oggi ha scelto il silenzio – aveva spiegato che con Eggers era in corso un contenzioso e relativamente all’indagine aveva spiegato di essere stato informato lunedì dell’arrivo della Finanza nei suoi uffici, denunciando al procuratore Giuseppe Volpe la “violazione del segreto istruttorio”.