Una sequenza decisamente diversa dalle immagini che solitamente la serie mostra tra vele di Scampia, strade isolate e case con decorazioni kitsch
Gomorra fa discutere e la nuova serie, in onda su Sky da qualche settimana, non fa certo eccezione. La scena che ha creato parecchi malumori riguarda Genny Savastano all’interno dell’Istituto Sacro Cuore, nel quartiere Vomero a Napoli. Una sequenza decisamente diversa dalle immagini che solitamente la serie mostra tra vele di Scampia, strade isolate e case con decorazioni kitsch. Questa volta protagonista è uno degli istituti più rinomati della città partenopea che accoglie centinaia di studenti dal nido alle superiori.
Si vede il personaggio interpretato da Salvatore Esposito festeggiare il compleanno del figlio all’interno della scuola con animazione al seguito, ignorando anche le richieste di bidelle e maestre che lo invitavano a fermarsi. Tre le seicento famiglie che ogni giorno portano i loro figli nel noto istituto molte hanno protestato criticando aspramente la scelta di ospitare la troupe di Gomorra. Così sarebbe iniziato un tam tam sulle chat di Whatsapp e alcuni genitori avrebbero protestato anche dal vivo.
Il consigliere delegato Roberto Zecca, della Fondazione Romano che segue l’istituto, ha dichiarato: “Bisogna saper scindere la fiction dalla realtà. La produzione di Gomorra prima di scegliere la nostra scuola ha visionato altri istituti. Poi ha preferito il Sacro Cuore per la qualità che propone da tanti anni un ambiente educativo nel quale si cresce per imparare a vivere. Questa è la nostra mission. Il nostro è un lavoro che va oltre l’educazione e l’istruzione perché ci prodighiamo anche sul sociale con progetti anche nelle periferie costruendo il confronto tra giovani di diversa provenienza e favorendo l’inclusione. Tra l’altro, nello staff della produzione siamo stati felici di aver ritrovato una nostra ex allieva, è anche grazie a lei se Gomorra ha scelto come location il Sacro Cuore. Per l’ospitalità oltretutto abbiamo percepito un contributo minimo.”
Sull’argomento è intervenuto anche il critico cinematografico Valerio Caprara: “E’ chiaro che la sensibilità è individuale e va sempre rispettata a meno che non sia cervellotica. Posso comprendere perfettamente il disappunto di alcuni genitori ma francamente trovo grottesca la protesta vibrante. Anche i genitori che accostano le situazioni e creano questa equazione devono saper scindere la fiction dalla realtà altrimenti è tutto decisamente paradossale e anche sotto certi aspetti paranoico”, ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno.