A trasferimento ancora in corso, il Viminale ha fatto sapere di essere al lavoro per le espulsioni. Salvini: "In Italia si entra rispettando le regole". La replica del deputato pentastellato: "Mi aspetto che un membro del governo non dica bugie agli italiani. È tutto da verificare che i naufraghi sbarcati a Lampedusa, come dice lui, possano essere espulsi"
Un barcone con circa 70 persone a bordo – e non 90 come inizialmente riportato – è stato intercettato mentre si dirigeva verso le coste siciliane: una motovedetta della Guardia di Finanza e una della Guardia costiera sono intervenute trasbordando i migranti sulle due unità e hanno iniziato il trasferimento verso Lampedusa.
L’operazione non viene tecnicamente considerata un soccorso in mare perché l’imbarcazione, a differenza di quanto accaduto ai migranti soccorsi dalla Alan Kurdi, non aveva lanciato nessun segnale di Sos. Il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, ha poi confermato il “salvataggio” e si è detto in attesa “di saperne di più”, visto che i 70 non sono ancora approdati sull’isola e le operazioni di trasbordo sono ancora in corso.
Immediata la presa di posizione del Viminale che ha fatto sapere di essere al lavoro “per espellere i 90 migranti a bordo del barcone intercettato”. Altrettanto evidente il fastidio del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “In Italia si entra rispettando le regole”, ha detto. “Siamo già al lavoro – ha aggiunto – affinché i 90 clandestini arrivati a Lampedusa vengano rispediti a casa loro nelle prossime ore”.
Le sue parole hanno provocato la reazione del deputato pentastellato Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali: “Mi aspetto che un membro del governo non dica bugie agli italiani. È tutto da verificare che i naufraghi sbarcati a Lampedusa, come dice Salvini, possano essere espulsi. Non bisogna improvvisare”. Il parlamentare M5s, vicino al presidente della Camera Roberto Fico, ha puntualizzato: “Chi sbarca va identificato e va poi valutata l’eventuale richiesta d’asilo. Invece di fare propaganda a uso e consumo interno, dobbiamo cogliere l’occasione per riproporre con più forza una soluzione Ue”. “Anche laddove fossero tunisini bisognerà capire le reali possibilità e soprattutto i tempi di un eventuale rimpatrio”, sottolinea Brescia.