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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 18:12 del 11 Aprile 2019

Napoli, sequestrato il tesoro di Luigi Scavone: ville, Ferrari, Rolex e 5 milioni in contanti. E’ accusato di maxi evasione

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Quasi cinque milioni di euro in contanti di 50 e 100 euro. E’ solo una parte del ‘tesoro’ di Luigi Scavone, l’imprenditore titolare di Altea, capogruppo della Alma spa, azienda leader nel settore del lavoro interinale. Scavone è in carcere il 26 marzo con l’accusa di aver messo in piedi un metodo scientifico di indebite compensazioni tributarie che avrebbe consentito di evadere tasse per circa 70 milioni di euro. Cinque milioni di euro sono una montagna di banconote. Ritrovate e messe sotto sequestro dai finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, guidati dal colonnello Domenico Napolitano. Si trovavano in un luogo riconducibile a Francesco Barbarino, direttore di Alma e ‘socio’ delle avventure imprenditoriali di Scavone. Altri 17,3 milioni erano stati depositati sui conti correnti, anche questi sequestrati. Ed ancora: 16 immobili (tra cui una villa a Capri, una a Sperlonga e una a Santa Maria Capua Vetere di 20 vani), auto di lusso (Ferrari, BMW, Mercedes, Land Rover), uno yacht di oltre 17 metri, 5,3 kg di lingotti d’oro per un valore di circa 190.000 euro e centinaia tra opere d’arte (tra cui quadri a firma di Francesco Musante, Franz Borghese, Mario Schifani, Christophe Mourey e Andy Warhol), gioielli e orologi di pregio (tra cui 60 Rolex).

E’ l’elenco completo dei beni sequestrati ai principali indagati dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Napoli Giovanni Melillo. Nei giorni scorsi Scavone avrebbe fatto delle ammissioni ed attraverso il suo legale, Alfonso Furgiuele, avrebbe aperto un canale di collaborazione con gli inquirenti. “Il mio cliente ha ammesso che ci sono state delle violazioni tributarie, – spiega l’avvocato Furgiuele – ma il denaro è confluito nelle società anche per pagare tutte le tasse. In sostanza, non sono uno strumento di frode. La società è una società vera, viva e ricca”. Mancavano però all’appello i quasi cinque milioni sequestrati dalla Finanza. Le società del gruppo guidato da Scavone, un ex poliziotto dello Sco, ha circa 10mila dipendenti in tutt’Italia e l’obiettivo dei suoi avvocati è quello di trovare una soluzione rapida e condivisa con gli inquirenti per continuare a far lavorare le aziende e garantire gli stipendi.

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