La nota congiunturale di aprile dell'Ufficio parlamentare di bilancio rileva una crescita congiunturale del Pil di un decimo di punto percentuale dopo due trimestre che avevano fatto presagire il rischio di una recessione. Variazione che dovrebbe confermarsi anche nel trimestre in corso, ma "se e quanto questi segnali indichino una netta inversione del ciclo economico è tutto da verificare”
Dopo due trimestre che avevano fatto presagire il rischio di una recessione, “l’economia italiana mostra i primi, timidi, segnali di ripresa”. Nel primo trimestre del 2019 infatti “si attende una variazione congiunturale del Pil dello 0,1%, spinta prevalentemente dalla ripresa della manifattura”. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio, nella nota congiunturale del mese di aprile. Dopo i dati positivi sulla produzione industriale che a gennaio e febbraio è tornata a crescere dopo quattro mesi di cali consecutivi, arriva un altro segnale di risveglio. “Se e quanto questi segnali ancora caratterizzati da una forte incertezza, indichino una netta inversione del ciclo economico è tutto da verificare”, avverte però la nota dell’Upb. ”Anche perché – sottolinea – l’eredità del 2018 sembra destinata a pesare sulle prospettive di crescita economica che, nel breve termine, restano deboli”.
Dopo il ritorno del segno più nel periodo gennaio-febbraio-marzo rispetto al trimestre precedente, nei tre mesi successivi il Pil “continuerebbe ad espandersi a ritmi congiunturali analoghi al trimestre precedente”, rileva l’Ufficio parlamentare di bilancio. Tuttavia la debolezza dell’attuale fase congiunturale, spiega l’Upb, “sembra proseguire e si riflette anche sulle stime di breve termine, per le quali l’attività economica avrebbe recuperato nei primi mesi dell’anno solo lievemente”. Sulle previsioni di aprile infatti gravano “diversi rischi“. Il contesto internazionale, si avverte nel focus, “potrebbe risentire di nuove restrizioni agli scambi, oltre che di rischi specifici in Cina e nel Regno Unito“. Quindi la guerra dei dazi e la Brexit restano pericoli, così come l’andamento dello spread: “L’economia italiana resta inoltre esposta alla volatilità dei rendimenti sui titoli del debito pubblico”.
Lo scorso anno, ricorda la nota, la crescita dell’economia italiana ha decelerato allo 0,9% (dall’1,7% del 2017). Un rallentamento che, secondo il recente aggiornamento dei conti economici annuali, ”sarebbe stato originato dalla domanda nazionale, appena più che da quella estera netta”. La crescita congiunturale, spiega l’Upb, si è ridotta nel corso d’anno, fino a divenire lievemente negativa nel terzo e nel quarto trimestre. L’attività economica nello scorcio finale del 2018 è stata prevalentemente frenata dalle scorte, mentre sono risultati lievemente positivi i contributi della domanda nazionale al netto delle scorte e della domanda estera netta. Dopo due trimestri di stagnazione, la spesa per consumi delle famiglie è tornata a crescere nel quarto trimestre 2018. Mentre la fiducia dei consumatori è peggiorata. “Il più sfavorevole clima di opinione, in presenza di un crescente livello di incertezza economica, potrebbe impattare negativamente nel breve termine sugli acquisti delle famiglie”, osserva l’Upb.
Nello scorcio finale del 2018 gli investimenti “hanno recuperato solo per lo 0,3% il brusco calo registrato in estate. Le inchieste qualitative prefigurano nel breve termine la prosecuzione della fase di debolezza del processo di accumulazione”. L’indagine Istat sul clima di fiducia delle imprese di marzo ha evidenziato “un ulteriore peggioramento del saldo degli ordini interni di beni strumentali nei primi tre mesi dell’anno in corso”. A ciò si è aggiunto “un progressivo deterioramento nei giudizi sulle condizioni di finanziamento in corso d’anno, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni”. Nel complesso, “l‘incertezza di famiglie e imprese continua a crescere”. L’indicatore Upb, pur mantenendosi al di sotto dei massimi del biennio 2013-14, ha mostrato a partire dalla parte finale del 2018 una tendenza al peggioramento, determinata prevalentemente dalle sotto-componenti relative al settore delle costruzioni e della manifattura.
“I dati sulla produzione industriale certificati dall’Istat (+0,8% su gennaio 2019 e +1,7% su dicembre 2018) nei giorni scorsi assumono maggiore rilevanza se rapportati con quello della produzione dell’area Eurostat, che invece vede una flessione del -0,2% nel mese di febbraio. Analogamente l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, nella nota sulla congiuntura di aprile 2019, diramata oggi, prevede il Pil al +0,1% nel primo trimestre di quest’anno. È evidente che si intravedono segnali di ripresa concreti e reali, e le misure contenute nella Legge di Bilancio devono ancora produrre compiutamente i loro effetti. Il Paese sta rispondendo positivamente alle politiche che abbiamo messo in campo come Governo“, esulta la viceministra dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.