Secondo quanto riferisce il New York Times, il gatto con la cravatta sarebbe stato preso in custodia da alcuni amici del fondatore di WikiLeaks già lo scorso settembre
Non si sa che fine abbia fatto James, il gatto di Julian Assange divenuto celebre per esser stato immortalato sempre con la cravatta al collo mentre guardava fuori dalle finestre dell’ambasciata dell’Ecuador dove viveva assieme al suo padrone. Per anni il felino ha fatto compagnia al fondatore di WikiLeaks nei suoi anni di confino a Londra, ma al momento dell’arresto di Assange non si trovava nella sede della rappresentanza diplomatica ed è sfuggito così a Scotland Yard.
Secondo quanto riferisce il New York Times, il gatto con la cravatta sarebbe stato infatti preso in custodia da alcuni amici di Assange già lo scorso settembre, così da scampare ad un eventuale “arresto”. La presenza di James era stata uno dei punti di frizione con il personale diplomatico ecuadoriano che aveva chiesto all’ospite in esilio di occuparsi meglio dell’alimentazione e della pulizia della sua mascotte se non voleva che fosse portata via. Nonostante questo, il felino era diventato molto popolare sui social, con tanto di account personale “Embassy Cat” creato nel 2016 da Assange. Proprio sui social sono nati i primi interrogativi sul destino di James, con lo scrittore James Ball che in un tweet dice: “Mi offro per l’adozione“.
For the record: Julian Assange’s cat was reportedly given to a shelter by the Ecuadorian embassy ages ago, so don’t expect a feline extradition in the next few hours.
(I genuinely offered to adopt it)
— James Ball (@jamesrbuk) 11 aprile 2019