Chi sono i buoni, chi sono i cattivi nella nostra società? Rubare dei soldi ai criminali è un reato? Per la legge materiale sì, ma per la legge morale kantiana lo è davvero? E sono più immorali per la società i grandi evasori fiscali o i poveri cristi che stentano a mettere insieme il pranzo con la cena? È un criminale chi vende il proprio corpo per vivere bene o chi guadagna 575 volte il salario della propria dipendente? È morale che la Polizia possa poi disporre del 50% di tutto il denaro che sequestra (almeno secondo la legge del Canada)?

A questi e a molti altri interrogativi cerca di dare una propria risposta l’ultimo film del canadese Denys Arcand, La caduta dell’impero americano, nel quale l’impero è appunto una società che ci imprigiona in mille differenti cliché sociali ormai dati per immutabili. Non è importante in questa sede raccontare il film, al quale auguro la maggiore visibilità possibile, ma quello che è davvero importante è il messaggio che Arcand cerca di trasmettere sempre con le sue opere: noi siamo pazzi, viviamo in una società di pazzi che inseguono modelli da pazzi e che hanno perso di vista la propria umanità

Non a caso il protagonista (dottorato in filosofia) all’inizio del film proclama la sua visione dell’intelligenza. Intelligente è chi non arriverà mai al successo perché non è in grado – proprio perché intelligente – di truffare il suo prossimo. Poveracci sono George W. Bush, Tony Blair e Silvio Berlusconi (sì, proprio lui citato), perché sono prigionieri di uno schema che li ha portati a primeggiare in mezzo a un mondo di idioti contenti. Lui contento non è, mentre la sua fidanzata pensa che la felicità venga dai soldi. Ma come dice Aristotele, la Fortuna è collegata alla felicità e lui di soldi si ritrova, casualmente, pieno; ma non per questo la sua vita migliora, anzi. Cerca la prima cosa che ti fanno pensare tu possa avere coi soldi: una bella donna. Chiama così una affascinante escort d’alto bordo che si rivelerà determinante per potere dare corpo ai sogni del protagonista.

“Credere unicamente nel denaro. È questo che ha distrutto gli Stati Uniti!” è il manifesto del film che Arcand fa dire al suo alter ego. E infatti col denaro lui farà altre cose che nessuno di noi probabilmente farebbe. Vogliamo spoilerare? Solo un poco. Il film termina in modo inaspettato per i canoni classici dei film d’azione, con redenzioni e buoni sentimenti a dispetto di ogni Polizia e questo lo rende forse un po’ troppo utopico. Ma quanto sarebbe bella una società così.

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