Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto di Salvini, in una circolare inviata ai commissari di Governo delle Province Autonome e al presidente della Regione segnala "un aumento della presenza" degli animali. Per questo invita a "intraprendere iniziative" e a considerare come ultima ratio le uccisioni. Appena 10 giorni fa il ministro Costa diceva: "Non servono". L'Enpa: "Nessuna emergenza, Salvini spieghi quali criteri scientifici ha usato"
Sì all’abbattimento dei lupi, ma “solo a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili“. Lo scrive Matteo Piantedosi, capo di Gabinetto del ministro dell’Interno Matteo Salvini, in una circolare inviata ai commissari di Governo delle Province di Trento e Bolzano e al presidente della Regione Valle d’Aosta. A dieci giorni dalla presentazione del nuovo “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, razza tutelata dalla legge 357 del 1997, in cui il ministro dell’Ambiente Sergio Costa escludeva il ricorso agli abbattimenti perché “non servono”, il braccio destro di Salvini al Viminale invita a valutare l’opzione. “I lupi non rappresentano emergenza di ordine pubblico”, replica la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi. “Il ministro dell’Interno – prosegue – dovrebbe spiegare quali criteri scientifici devono essere utilizzati per definire un lupo come’problematico’ o ‘pericoloso‘, visto che, tra l’altro, l’Italia non registra aggressioni da parte di lupi da almeno duecento anni“.
La circolare firmata da Piantedosi rileva che “di recente, in alcune aree del territorio nazionale”, si è registrato “un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero”. Da qui “l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia”.
La circolare invita quindi i commissari di Governo di Trento e Bolzano ed il governatore della Valle d’Aosta a “convocare apposite sedute del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica alle quali partecipino anche i competenti servizi della locale Azienda sanitaria, rappresentanti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) e, in base alla disponibilità manifestata dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)”.
In quella sede, indica Piantedosi, “sarà opportunamente esplorata anche la possibilità di intraprendere iniziative ed azioni comuni in aree limitrofe, privilegiando, in ogni caso il profilo della prevenzione, attraverso, ad esempio, attività di monitoraggio dei lupi e delle situazioni di conflitto, interventi di messa in sicurezza del bestiame e di dissuasione sui lupi particolarmente confidenti”. Ma se questi interventi si rivelassero “inadeguati ad assicurare la pubblica incolumità” si invita a considerare la richiesta di una deroga all’articolo 8 della legge 357 del 1997 che prevede il divieto di uccidere una serie dai animali selvatici, tra i quali appunto il lupo.
“Nel 2018, dice Eurac Reserach, in Trentino ci sono state 65 predazioni, con 76.5000 euro di indennizzo. I lupi sono un preziosissimo equilibratore biologico, perché con la loro attività predatoria mantengono in equilibrio le popolazioni degli altri selvatici. Dunque, non c’è nessuna emergenza, se non quella creata ad arte per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni”, dichiara la presidente nazionale di Enpa. “Ci chiediamo quale valore potrebbe avere una circolare che sembra voler reintrodurre le uccisioni – aggiunge Rocchi -, dopo il lavoro tanto autorevole e di solide basi scientifiche portato a termine dal ministro dell’Ambiente con il nuovo Piano Lupo“. “Se anche un solo esemplare dovesse essere ucciso – conclude Rocchi – il nostro ufficio legale è pronto a intervenire con esposti e denunce”.