L’ultima volta lo avevano colpito al torace e al fianco sinistro mentre rientrava a casa. Non è la prima volta che Enzo Anghinelli, 46 anni, vittima dell’agguato in via Cadore a Milano venerdì mattina, finisce nel mirino di un sicario. Già 21 anni fa, allora 25enne, si era trovato faccia a faccia con qualcuno che voleva ucciderlo. È la mezzanotte del 5 novembre 1998, viale Carlo Forlanini: Anghinelli sta rientrando a casa dove lo attende la sua compagna polacca, un uomo lo affianca in Vespa, esplode tre colpi di pistola.
Due vanno a segno, poi l’uomo fugge a bordo dello scooter verso largo Murani, coperto dal buio. La vittima, che all’epoca era incensurato e faceva il barista, è grave ma si salva. Le circostanze di quell’agguato non verranno mai chiarite: la sua compagna racconta agli investigatori di un gruppo di albanesi allontanati da Anghinelli alcuni giorni prima mentre cercavano di entrare nella villetta di un vicino.
Il video girato da un residente subito dopo l’agguato
Nel 2007 l’uomo si ritrova di nuovo ad avere a che fare con le forze dell’ordine. I carabinieri lo beccano all’uscita di un autonoleggio in via Teodosio, zona Lambrate, con due chili di cocaina che – secondo le indagini dell’epoca – faceva parte di una partita da 26 chili, un “carico prenatalizio” destinato alla ‘Milano bene’ delle discoteche. Anghinelli venne sorpreso alla guida di una Golf, tentò di disfarsi di due panetti da un chilo che aveva infilato nella giacca. Il suo complice Alessandro Ciancio, a bordo di una Toyota, ne aveva altri 6 addosso ma alla vista dei carabinieri non provò neppure a fuggire perché dopo un incidente in moto poteva camminare solo con le stampelle.
Durante la perquisizione dell’autonoleggio vennero recuperati altri 24 chili. Finì in carcere anche il titolare dell’attività Regina Agency, gestita da un brianzolo che noleggiava automobili ai produttori di programmi televisivi. A seguito di questa vicenda, Anghinelli è finito anche nell’indagine “White 2007” della terza sezione del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, che nel 2012 portò all’arresto di 45 persone accusate, a vario titolo, di far parte di un’organizzazione che importava cocaina dal Sudamerica. Il bilancio finale fu il sequestro di 75 chili di cocaina, 200 grammi di hashish, quasi 400mila euro in contanti e due pistole.
Cronaca Nera
Milano, chi è la vittima dell’agguato in via Cadore: ha precedenti per droga ed è già sfuggito a un killer nel 1998
Enzo Anghinelli, colpito al volto da due sicari, era stato fermato con 2 chili di cocaina nel 2007 in via Teodosio. Nel 2012 era finito anche in un'indagine che portò all'arresto di 45 persone accusate di far parte di un'organizzazione che importava droga dal Sudamerica. Ventuno anni fa, un altro agguato mentre rientrava a casa
L’ultima volta lo avevano colpito al torace e al fianco sinistro mentre rientrava a casa. Non è la prima volta che Enzo Anghinelli, 46 anni, vittima dell’agguato in via Cadore a Milano venerdì mattina, finisce nel mirino di un sicario. Già 21 anni fa, allora 25enne, si era trovato faccia a faccia con qualcuno che voleva ucciderlo. È la mezzanotte del 5 novembre 1998, viale Carlo Forlanini: Anghinelli sta rientrando a casa dove lo attende la sua compagna polacca, un uomo lo affianca in Vespa, esplode tre colpi di pistola.
Due vanno a segno, poi l’uomo fugge a bordo dello scooter verso largo Murani, coperto dal buio. La vittima, che all’epoca era incensurato e faceva il barista, è grave ma si salva. Le circostanze di quell’agguato non verranno mai chiarite: la sua compagna racconta agli investigatori di un gruppo di albanesi allontanati da Anghinelli alcuni giorni prima mentre cercavano di entrare nella villetta di un vicino.
Il video girato da un residente subito dopo l’agguato
Nel 2007 l’uomo si ritrova di nuovo ad avere a che fare con le forze dell’ordine. I carabinieri lo beccano all’uscita di un autonoleggio in via Teodosio, zona Lambrate, con due chili di cocaina che – secondo le indagini dell’epoca – faceva parte di una partita da 26 chili, un “carico prenatalizio” destinato alla ‘Milano bene’ delle discoteche. Anghinelli venne sorpreso alla guida di una Golf, tentò di disfarsi di due panetti da un chilo che aveva infilato nella giacca. Il suo complice Alessandro Ciancio, a bordo di una Toyota, ne aveva altri 6 addosso ma alla vista dei carabinieri non provò neppure a fuggire perché dopo un incidente in moto poteva camminare solo con le stampelle.
Durante la perquisizione dell’autonoleggio vennero recuperati altri 24 chili. Finì in carcere anche il titolare dell’attività Regina Agency, gestita da un brianzolo che noleggiava automobili ai produttori di programmi televisivi. A seguito di questa vicenda, Anghinelli è finito anche nell’indagine “White 2007” della terza sezione del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, che nel 2012 portò all’arresto di 45 persone accusate, a vario titolo, di far parte di un’organizzazione che importava cocaina dal Sudamerica. Il bilancio finale fu il sequestro di 75 chili di cocaina, 200 grammi di hashish, quasi 400mila euro in contanti e due pistole.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.