Emilio Fede non deve andare in carcere a scontare la condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. Lo ha deciso la Procura generale di Milano accogliendo l’istanza di differimento della pena presentata dal legale Salvatore Pino, in vista di una richiesta di detenzione domiciliare. La difesa dell’ex direttore del Tg4, infatti, puntava sulla detenzione domiciliare per i primi mesi sulla base del fatto che il giornalista ha più di 70 anni (ne ha quasi 88). Non è, però, automatica la sospensione dell’ordine di carcerazione e, dunque, la Procura generale, in ipotesi, potrebbe anche decidere di non sospenderlo e Fede finirebbe in carcere, in attesa poi che la Sorveglianza si pronunci sulla richiesta di detenzione domiciliare. Per Nicole Minetti, invece, condannata a 2 anni e 10 mesi, la pena sarà sospesa e potrà chiedere l’affidamento in prova.
Ieri la Cassazione aveva dichiarato “inammissibili” i ricorsi degli imputati contro la sentenza con la quale la Corte di appello di Milano, il 7 maggio 2018, sulle serate del bunga-bunga nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. I giudici li avevano condannati per favoreggiamento della prostituzione.
Sull’ex direttore del Tg4, poi, in futuro potrebbe pesare anche un’altra condanna per la vicenda con al centro falsi fotomontaggi hot che, secondo l’accusa, avrebbe fatto confezionare per ricattare i vertici di Mediaset, quando venne messo alla porta dal Tg4 nel 2012 e, in sostanza, per ottenere un accordo di uscita più vantaggioso. L’ex igienista dentale, invece, è anche stata condannata a 1 anno e 8 mesi in primo grado nel processo sulla cosiddetta ‘rimborsopoli’ al Pirellone, dove era consigliera del Pdl.