La sezione civile della Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di primo grado: l'amministrazione deve pagare parte dei debiti personali da un milione e 770 mila euro del suo primo cittadino perché gli ha ingiustamente versato l’indennità di carica, invece di accantonarla come richiesto da Equitalia
Il Comune di Cosenza deve pagare i debiti personali del suo sindaco, Mario Occhiuto, che il centrodestra sta per candidare a governatore della Calabria. La sezione civile della Corte d’Appello di Catanzaro ha infatti confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Cosenza che, nel gennaio 2018, aveva condannato l’amministrazione comunale. Secondo i giudici, Equitalia ha tentato invano di recuperare parte dei debiti personali da un milione e 770 mila euro del primo cittadino pignorando, presso terzi, il suo stipendio da 314mila euro (78mila per ogni anno che è stato sindaco). Ma per quattro anni, questa è l’accusa, l’amministrazione comunale ha ingiustamente versato a Occhiuto l’indennità da sindaco invece di accantonarla in modo da sanare i suoi debiti personali.
L’unica differenza, rispetto alla sentenza di primo grado, è che i giudici d’Appello hanno rifatto i calcoli sottolineando che la parte pignorabile da Equitalia non corrisponde a 78mila euro, in quanto questa è l’indennità lorda. Al netto delle ritenute fiscali, infatti, l’agenzia di riscossione potrà pignorare solo lo stipendio netto.
La sostanza, comunque non cambia per l’aspirante candidato di Forza Italia a presidente della Regione. La storia riguarda i suoi debiti privati che, complessivamente ammontano appunto a un milione e 770 mila euro di tasse non pagate. Per quattro anni, secondo i giudici, le comunicazioni di Equitalia non sono state considerate dall’amministrazione comunale da lui stesso diretta. Il Comune, infatti, piuttosto che pignorare lo stipendio del suo sindaco e accantonarlo per saldare le pendenze con l’erario, avrebbe ingiustamente versato l’indennità sul conto corrente di Mario Occhiuto. Pur indicato nella sentenza della Corte d’Appello, quest’ultimo non si è costituito nel processo civile preferendo rimanere contumace.
A puntare il dito contro il primo cittadino di Cosenza è il consigliere regionale e comunale Carlo Guccione del Pd: “Mi auguro – dice – che alla luce della sentenza il sindaco Mario Occhiuto faccia chiarezza. La città ha bisogno di conoscere la verità, è un diritto di tutti i cittadini essere informati. Perché i cosentini devono farsi carico dei debiti privati del sindaco? Ci sono questioni che non possono più essere nascoste”.
A stretto giro, l’ufficio legale del Comune di Cosenza parla di ricostruzione “totalmente assurda e inveritiera di taluni che tentano di far credere che il Comune di Cosenza debba pagare somme in sostituzione di Occhiuto”. “Nessuna somma ha mai corrisposto a terzi il Comune di Cosenza – è scritto nella nota – se non quelle ritualmente trattenute sulle indennità del sindaco e se mai dovesse essere tenuto al pagamento di altre somme, le stesse troveranno capienza sia sugli importi attualmente ancora trattenuti e ritualmente accantonati sia sull’indennità di fine mandato”.