Cronaca

Carabiniere ucciso a Foggia, il killer era stato condannato. Si attendeva l’appello. Il pm: “Reazione criminale ai controlli”

Giuseppe Papantuomo è stato interrogato ma "ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere". Il procuratore: "Nei giorni precedenti aveva subito due controlli": nel primo era stato trovato con alcune dosi di droga, il secondo invece per possesso di un coltello. Probabilmente i funerali del maresciallo Di Gennaro saranno celebrati martedì

Un omicidio “totalmente privo di motivazioni“. Così il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, ha parlato in conferenza stampa dell’assassinio del maresciallo dei carabinieri Vincenzo Carlo di Gennaro e del ferimento di un altro militare al braccio e all’addome a Cagnano Varano (Foggia). L’uomo accusato di essere il killer, Giuseppe Papantuomo, è stato interrogato ma “ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere“. Tuttavia “nei giorni precedenti aveva subito due controlli”: nel primo era stato trovato con alcune dosi di droga, il secondo invece per possesso di un coltello. E un coltello aveva già causato il suo arresto nel 2017: lo aveva utilizzato per colpire un 44enne, fatto che aveva portato alla sua condanna a un anno per lesioni in attesa della sentenza d’appello. Dopo il nuovo sequestro, l’uomo era stato portato in caserma e “aveva manifestato una sorta di risentimento generico“, pronunciando la frase: “Ve la farò pagare”. Ma, secondo il magistrato, “il movente è del tutto inconsistente rispetto al gesto compiuto”. “Non è stata contestata la premeditazione” ha spiegato il magistrato anche se “ci sono indubbiamente degli elementi”. Prima di farlo, la procura attende infatti la versione di Papantuomo che è stato rinchiuso nel carcere di Foggia.

La dinamica dei fatti
Il procuratore Vaccaro ha inoltre spiegato la dinamica dei fatti: “Ieri mattina ha chiamato i carabinieri e ha avvicinato i militari che stavano transitando in strada con l’auto di servizio. Quando il maresciallo si è fermato e ha abbassato il finestrino per chiedere cosa fosse successo, ha iniziato a sparare contro i due militari“. Papantuomo “si è fermato solo quando ha finito il caricatore, si è aggrappato allo sportello e ha pronunciato frasi di rabbia. Voleva anche impossessarsi delle pistole dell’Arma”. Il carabiniere ferito ha tentato una manovra: “Si è accorto della gravità del collega e ha messo in moto. Solo in curva l’aggressore è caduto, ed è stato immediatamente bloccato. Con sé aveva ancora la pistola, priva di munizioni“.

“Fu processato e condannato ad un anno per lesioni”
Il pubblico ministero inquirente di Foggia Ileana Ramundo ha ricostruito un precedente dell’uomo fermato. Giuseppe Papantuono “è stato arrestato in flagranza nel febbraio del 2017 per porto e detenzione di coltello” dopo aver accoltellato in un bar un 44enne che riportò una lesione alla schiena giudicata guaribile in 20 giorni. “É stato processato e condannato alla pena di un anno di carcere per lesioni. Attualmente la sentenza di condanna è in fase di appello“. A proposito dell’arma, “le indagini proseguono sia per accertare ulteriori elementi sia per individuare la provenienza dell’arma. Come e dove l’ha trovata? Circolano delle armi che non sono censite” ha aggiunto il procuratore Vaccaro.

“Situazione drammatica sotto il profilo anche culturale”
Vaccaro 
ha espresso anche alcune riflessioni su quanto accaduto: questo episodio “è l’espressione del livello di violenza e di aggressività che la criminalità da noi ha assunto e questo deve far riflettere tutti”. Di fronte a due controlli “entrambi positivi e legittimi” a suo carico nei giorni precedenti – “a testimonianza che erano assolutamente fondati” – c’è stata la reazione aggressiva verso lo Stato che si è permesso di sottoporlo a controllo“. Per questo “l’episodio non va assolutamente sottovalutato. Esprime una situazione drammatica sotto il profilo anche culturale, cioè ci fa riflettere sul fatto che una persona sottoposta a controlli reagisce contro lo Stato armandosi e sparando”.

Il maresciallo assassinato doveva sposarsi a breve
Il maresciallo Di Gennaro, secondo quando riporta il Corriere della Sera, lascia l’anziano genitore rimasto solo che viveva a San Severo a 50 kilometri da Cagnano VaranoA San Severo viveva anche la fidanzata Stefania Gualano, estetista. I due avevano intenzione di sposarsi e poi di andare a vivere in una casa da poco acquistata. Il carabiniere a febbraio invece aveva partecipato all’operazione “Far West” contro la nuova mafia del Gargano.
Domani – a quanto si apprende – si terrà l’autopsia e probabilmente i funerali del maresciallo Di Gennaro saranno celebrati martedì.