A dare i numeri quello che è un provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle è l'ex consigliere del ministro Luigi Di Maio, "padre" del reddito e designato alla presidentza dell'Inps, un istituto che definisce "la faccia buona del Paese"
Tre domande su quattro per il reddito di cittadinanza sono state accolte. Vuol dire quasi mezzo milioni di card che verranno ricaricate a fine aprile con un importo compreso tra i 520 e i 1.380 euro. A dare le cifre ufficiali di quello che è un provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle è Pasquale Tridico, già consigliere del ministro Luigi Di Maio, “padre” del reddito e designato alla presidentza dell’Inps, un istituto che definisce “la faccia buona del Paese”.
“Al 12 aprile sono state elaborate circa 640 mila domande, tutte lavorate nella direzione centrale: una grande performance. Il tasso di accoglimento è del 75%. Quindi sono già 480mila le carte del Reddito di cittadinanza che verranno caricate tra il 20 e il 25 aprile e distribuite alle Poste, alle quali si sommeranno le altre carte che risulteranno dalle quasi 200 mila domande che esamineremo in questi giorni”; dice l’economica in un’intervista al Corriere della Sera. Sull’importo medio dell’assegno spiega: “Finora 520 euro per famiglia, con un massimo di 1.380 euro mensili. Considerando che le risorse per il Rdc sono molto superiori al poverty gap stimato in 4,9 miliardi e che l’assegno contribuirà a ridurre l’indice di disuguaglianza, lo considero un grande risultato”.
Sulla possibilità che il Reddito di cittadinanza vada a 1.250.000 famiglie come previsto, Tridico osserva: “L’obiettivo è raggiungibile. Solo nei primi venti giorni sono state presentate il 64% delle domande previste”. Sul ritardo delle misure di collocamento come Anpal e navigator, aggiunge: “L’Inps gestisce la parte erogazione del Rdc. Da studioso dico che esso andrà valutato per quante persone sottrarrà alla povertà e non solo per quante ne collocherà al lavoro. Il primo obiettivo è propedeutico al secondo“.
Per quota 100, invece, il futuro presidente dell’Inps spiega che “sono arrivate oltre 117mila domande, in prevalenza di persone di età tra i 63 e i 65 anni, dipendenti privati. Le domande dal settore pubblico sono intorno a 40mila, la metà dalla scuola. Sono 55mila quelle presentate per avere la decorrenza da aprile: 51mila sono state lavorate e di queste 41mila accolte e 10mila no per mancanza dei requisiti. Circa 35mila pensioni sono in pagamento, le altre lo saranno a maggio. L’importo medio mensile di una pensione quota 100 è di 1.865 euro“. Alla fine se ne liquideranno 290mila, come dice la relazione tecnica, o meno? “Il flusso di domande, a oggi, è abbastanza in linea con le stime, quindi penso di sì”, ha risposto Tridico.
Interrogato sulle ipotesi di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, risponde: “Non è il presidente Inps a dettare l’agenda politica. In Germania si è scelta una strada sperimentale. Dove un occupato lavora in media 1.300 ore all’ anno, si è scelta una strada sperimentale e settoriale di riduzione fino a 28 ore settimanali a parità di salario e in alcuni casi con incrementi del 5%. Nel Regno Unito e in Australia si perseguono schemi di riduzione nei servizi su base volontaria, a parità di salario, con 4 giorni lavorativi su 5, riscontrando effetti positivi non solo sull’ occupazione ma anche su produttività e benessere dei lavoratori, che così incentivati, aumentano lo sforzo lavorativo nei 4 giorni rimanenti.Molte imprese infatti, soprattutto nei servizi, sanno bene che c’ è scarso guadagno di efficienza e produttività durante il venerdì. Infine in Paesi come l’ Olanda si usa molto lo smart-working . In Italia il numero di ore lavorate è di circa 1.700 all’ anno, superiore ai paesi citati. È giusto che la ricerca scientifica dia spunti che la politica possa cogliere”.