L'ex deputato M5s e il direttore di Rai2 firmano insieme un lungo post in sostegno del giornalista e attivista australiano: "Ci ha mostrato il lato segreto del pensiero unico"
Il titolo non è immediatamente comprensibile: “L’ultimo parresiasta“. Più diretto l’inizio di una lunga difesa di Julian Assange che l’ex deputato del M5s Alessandro Di Battista e il direttore di Rai2 Carlo Freccero firmano insieme sul blog di Beppe Grillo: “Julian Assange – scrivono – è l’eroe dei nostri tempi“. Come lui, aggiungono Di Battista e Freccero, ce ne sono pochi altri, tutte figure simili: Edward Snowden, Chelsea Manning “e tutta la platea degli hacker anonimi che combattono il sistema”.
Un tempo, si sottolinea nell’articolo, “gli eroi uccidevano il drago, sbaragliavano con la loro forza le falange nemiche, si cimentavano in imprese fisiche impossibili. Ma anche allora la forza non era sufficiente. L’eroe, per essere tale, doveva combattere il male”. Per Di Battista e Freccero “non è Assange che denuncia il lato oscuro del potere che dovrebbe restare segreto. E’ il potere stesso, messo a nudo, che testimonia le sue nefandezze attraverso mail, documenti, filmati” scrivono. “Forse non tutti sanno che Assange ha studiato filosofia. Tutta la sua vita è un esempio che ci incita a combattere non solo per benefici economici concreti, ma per valori come dignità e verità – sostengono Freccero e Di Battista – Essere complici o solo indifferenti nei confronti di quel potere che ci nega la verità perché ci ritiene incapaci di intendere e di volere, ci spoglia della dignità di cittadini che la democrazia, prima di trasformarsi in neodemocrazia, riconosceva tutti”.
Che cos’è oggi il male?, si chiedono ancora Di Battista e Freccero nel post. “C’è un male ufficiale e un male reale. La propaganda capovolge il concetto di male, ma, per chi dissente, il male è la propaganda stessa. Nell’epoca del pensiero unico qualsiasi nefandezza diventa presentabile: guerre, sfruttamento, riduzione in schiavitù. La propaganda, con la sua neolingua, ce le presenterà come missione di pace, aiuti umanitari, soccorso agli ultimi. Tutto questo è il “bene” che il cittadino comune non può mettere in discussione, pena l’emarginazione sociale. C’è oggi, socialmente come il caso Assange ci insegna, un unico delitto veramente grave: mettere in discussione il pensiero unico. Ma per chi pensa che il pensiero unico sia il male, Assange è un eroe, perché del pensiero unico, ci mostra il lato segreto”. E viene ricordato tutto ciò che è diventato noto con l’attività di Assange: “I militari americani in Iraq che giocano a tirassegno con i civili e si compiacciono della loro mira; Hillary Clinton la cui ambizione personale ha causato la distruzione dello Stato libico e il colpo di Stato in Honduras. E’ l’autofalsificazione di una narrazione buonista che la propaganda non è in grado né di combattere né di recuperare, perché le testimonianze derivano dalla fonte stessa che si vorrebbe scagionare”.
Insomma: “La verità è potere, è cosa per le élites, interdetta al popolo. Come ci ricorda Varoufakis nel suo diario Adulti nella camera – tradotto in francese come Conversazioni tra adulti – la divisione della società tra popolo ed élites, fa della verità un obiettivo coscientemente negato al popolo in quanto immaturo, infantile, incapace di gestirla. Come Prometeo ha rubato il fuoco agli dei per darlo agli uomini, così Assange ruba la verità alle élites per renderla pubblica”.