Voto 5,5. E’ proprio come appare: non si sforza di scrivere cose intelligenti, non si sforza di pubblicare cose ‘belle’, dà l’idea di comportarsi come un italiano in gita. Un uomo della gente per la gente. E’ un genio? No, è solo un gigante in una valle di nani: in lui ci sono quelle due o tre regolette della PNL ripetute all’inverosimile. La vera forza è la sua community, che lui è capace di entusiasmare e galvanizzare.
Ma se Facebook cade, come è accaduto domenica, nelle ultime 48 ore prima del voto? Ah dite voi, c’è sempre la tivù. I media tradizionali lo idolatrano ed è qui che nasce quel circuito virtuoso che lo porta a raccogliere sui social tutto il suo consenso. Pensate a quelle turbolente giornate prima nascita del governo, è in quegli istanti che Salvini ha fatto un cambio di passo su Facebook e Twitter, apparendo – più di Di Maio – il salvatore della patria. In quel momento il futuro ministro dell’Interno ha fatto sua l’estetica grillina ma senza la costruzione di senso del M5S, ovvero si è appropriato dell’anima più populista (nel senso buono del termine) ma veicolando valori e significati diversi.