Voto 5. Peccato non aver visto i partiti della prima Repubblica all’opera sui social, ma se dovessi immaginare un esponente della Dc degli anni 80, nell’aspetto, nella forma (meno nei contenuti naturalmente) beh Luigi Di Maio sarebbe un perfetto doroteo. Composto, sempre pettinato, abbottonato e sbarbato, dai toni pacati, formale all’inverosimile. I 5 Stelle che volevano fare la rivoluzione si ritrovano come capo politico un piccolo Fanfani. Bene i siluri anti-Lega lanciati da Di Maio nelle ultime settimane, ma – badate bene – non l’ha fatto sui social, ha preferito la tivù. Ha usato allegorie (Ha dato dei ‘medievali’ a quelli del congresso di Verona), si è appropriato dell’arma dei diritti civili (che al Pd non ha portato bene). Sui social Di Maio snocciola dati per rivendicare le cose fatte dal Movimento 5 Stelle, ma da qui alla renzite il passo è breve. Male la scelta di riproporre sui social i suoi interventi in tv e in radio. E’ un po’ come un guerriero che non usa tutto il suo arsenale: la forza è sbilanciata verso i media tradizionali. Bene il sito personale luigidimaio.it ma perché non aggiornarlo con contenuti e interventi scritti e ragionati?
Dobbiamo dirlo: la vera forza dei 5 Stelle sono i suoi militanti e simpatizzanti. Numerosissimi in rete e attrezzati come pochi, si auto-organizzano e raccolgono in numerosi gruppi. A loro va almeno un 8 per la costanza e la tenacia che dimostrano anche nei momenti più difficili del M5S.