“Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze della Libyan National Army“, l’esercito guidato da Khalifa Haftar. Lo ha detto Giuseppe Conte al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. “Si conferma in queste ore che chi pensava che un’opzione militare potesse favorire una soluzione alla stabilità della Libia, viene smentito – ha affermato il presidente del Consiglio, in riferimento all’attacco lanciato il 4 aprile su Tripoli dall’uomo forte della Cirenaica – Le soluzioni di forza affidate all’uso delle armi non portano mai a soluzioni sostenibili. Il dialogo politico si rivela ancora una volta l’unica opzione sostenibile”.
di Manolo Lanaro
Nel giorno in cui Fayez Al Sarraj, premier del governo di unità nazionale promosso dall’Onu e sostenuto dall’Italia, lancia l’allarme sugli “8oomila migranti pronti a invadere l’Europa”, il premier spiega: “Dobbiamo scongiurare una crisi umanitaria che potrebbe preannunciarsi devastante non solo per le ricadute sull’Italia e dell’Ue ma nell’interesse delle stesse popolazioni libiche”.
Per raggiungere l’obiettivo “la strada è la coesione internazionale“: “L’attività diplomatica si è intensificata, al fine di raggiungere una prospettiva per una soluzione inclusiva e sostenibile, sotto l’egida delle Nazioni unite“. In questo contesto “devono essere coinvolti non solo i protagonisti libici, ma anche gli altri esponenti della comunità internazionale”. Come il vicepremier qatarino Al Thani, tra i principali sponsor politici del governo Sarraj. E “questa sera vedrò anche Ahmed Maitig (vicepresidente del Consiglio presidenziale di Tripoli e referente politico delle potenti milizie di Misurata che appoggiano Sarraj, ndr) a conferma del fatto che sarebbe riduttivo e semplicistico identificare la situazione libica solo con il binomio Haftar-Serraj: ci sono più attori libici”.
Il presidente del Consiglio ha fatto anche quello che è parso un cenno alle divisioni che esistono all’interno della maggioranza sulla gestione dei flussi migratori nel caso in cui la situazione in Libia precipitasse e il governo Sarraj non fosse più in grado di impedire le partenze dei barconi verso le coste italiane: “Adesso non è il momento di dividerci, di affidarsi ad una dialettica – ha detto Conte – Dobbiamo lavorare concretamente” per una soluzione.