Il premier libico Fayez al-Sarraj chiede di risolvere in fretta la situazione in Libia perché un ulteriore peggioramento potrebbe spingere “800mila migranti e libici a invadere l’Italia e l’Europa”. E in questo enorme numero di migranti ci sono anche criminali e soprattutto jihadisti legati a Isis. “Fate presto”, sostiene in un’intervista al Corriere della Sera. Sarraj ringrazia inoltre l’Italia per la sua mediazione e per il suo sostegno per la pace. In giornata, infatti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte vedrà Mohamed al Thani, vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, finanziatore del governo al Sarraj, e il vicepresidente del consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig, referente delle potenti milizie di Misurata nel governo di Tripoli patrocinato dall’Italia. Sarraj ha ringraziato l’Italia anche per “aver tenuto aperta l’ambasciata, per mantenere in funzione l’ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo”. Poi insiste: “Siamo di fronte a un’aggressione che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C’è bisogno che Roma e l’Ue siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Haftar, che ha tradito la Libia e la comunità internazionale”.
Sul campo intanto si continua a combattere. Fallito il progetto della guerra lampo lanciata il 4 aprile, le truppe di Khalifa Haftar faticano a farsi strada verso il cuore della capitale e gli uomini a lui più vicini finiscono nel mirino. Il Libya Observer riferisce che un’autobomba è esplosa vicino al convoglio del colonnello Adel Barghati, capo dell’antiterrorismo di Bengasi e vicino al generale, nel distretto di Sidi Khalifa. Secondo altre fonti, citate dal sito Akhbar Libya 24, citando “fonti concordanti” l’alto responsabile anti-terrorismo è rimasto leggermente ferito dall’ordigno esploso al passaggio della sua vettura, sotto un cavalcavia.
A Tripoli non va meglio per il maresciallo. Fonti informate hanno riferito all’Ansa che una intera compagnia di Tarhouna fedeli alla Libyan National Army si è arresa alle forze governative libiche sul fronte di Suani ban Adem, 25km a sudovest della capitale. La compagnia, composta da una trentina di militari, si è consegnata uomini e mezzi – tra i quali diversi pick-up e blindati – alla brigata 166 di Misurata, attiva nell’area.
Le forze di Haftar hanno lanciato cinque missili Grad nel corso della notte sul quartiere di Abu Slim, a ridosso del centro. Lo riferiscono le autorità del municipio e numerosi residenti. Un missile ha centrato un’abitazione, causando almeno tre feriti, e distruggendo diverse auto parcheggiate nei pressi.
Si moltiplicano, intanto, le voci di un coinvolgimento della Francia nel conflitto. La radio tunisina Mosaique Fm ha riferito che una delegazione di diplomatici francesi composta da una dozzina di persone a bordo di alcune auto con targa diplomatica è stata fermata ieri dalle autorità tunisine al valico di frontiera tra Tunisia e Libia di Ras Jedir. Citando una fonte della sicurezza tunisina, l’emittente precisa che alcune armi al seguito erano state dichiarate dal gruppo mentre altre armi, non dichiarate, sarebbero state ritrovate nascoste a bordo di un’auto.
Le unità di polizia della frontiera tunisina avrebbero perquisito le auto usate dai diplomatici di nazionalità francese e condotto gli stessi all’aeroporto di Djierba-Zarzis. Ancora nessuna conferma ufficiale da parte dalle autorità. Su Twitter l’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere che sono almeno 147 le persone uccise e 614 quelle rimaste ferite negli scontri iniziati il 4 aprile nei dintorni della capitale.