Una persona agli arresti domiciliari, due obblighi di dimora, una misura interdittiva. Il gip di Ancona ha disposto anche il sequestro di conti correnti di sei indagati e due società dopo le indagini del Corpo forestale
Circa 11 mila tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi di apparecchiature elettriche e elettroniche (Raee) stoccati illecitamente davanti a un capannone in una zona con vincolo paesaggistico vicino a un torrente ad Agugliano (Ancona), sequestro di conti correnti e postali per 3 milioni 190mila euro, quattro misure cautelari personali tra cui una agli arresti domiciliari ad Arezzo e sequestro di 12 camion. Sono numeri dell’operazione “Raehell” dei Carabinieri Forestali di Ancona iniziata nel 2017. La Dda di Ancona ha indagato 20 persone tra Ancona, Rimini – dove avevano sede le due società coinvolte nel mancato smaltimento dei rifiuti pericolosi per un guadagno illecito di oltre 2 milioni di euro, e alcuni amministratori – Arezzo e Lucca; contestati, a vario titolo, reati di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti e falso in atto pubblico.
Gli amministratori della ditta marchigiana in associazione con quella di Rimini (operante nel settore dei rifiuti), già dal 2012 hanno iniziato ad accumulare rifiuti vetrosi pericolosi per i quali non c’era alcuna possibilità di mercato e di recupero, ricavati da monitor e televisori a tubo catodico provenienti da gran parte d’Italia, con il palese intento di accumulare denaro illegalmente ed abbandonare il sito: con la conseguenza di far fallire l’azienda per evitare le spese di smaltimento stimate in 1.100.000 euro. Le misure cautelari personali hanno riguardato quattro residenti in provincia di Arezzo, uno ai domiciliari, due colpiti da obbligo di dimora, e un quarto da misura interdittiva, accusati dei reati di associazione a delinquere e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali, falso in atto pubblico. Bloccati i conti a sei indagati e alle due società. Sequestrati, sempre in esecuzione di ordinanza del gip, 12 camion utilizzati per trasportare illegalmente rifiuti.
Al termine della prima fase delle indagini, nel 2017 è stata sequestrata l’area in cui erano stoccate 10mila tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi derivanti dai monitor dei televisori. Gli investigatori hanno anche scoperto un traffico illecito di schede elettroniche sempre ricavate da rifiuti Raee, le quali venivano ritirate con mezzi non autorizzati, senza documentazione o con documentazione falsa, per poi essere venduti ad aziende che procedevano ad estrarre i metalli preziosi in esse contenuti. Oltre 37 viaggi documentati in poco più di un mese, con diverse tonnellate di rifiuti trasportati e commercializzati illegalmente. Accertata anche la falsificazione di bilanci aziendali e registri dei rifiuti anche con utilizzo di false fatturazioni.