Un’indagine estremamente complessa, resa ancor più difficile dal fuoco che ha incenerito la zona nella quale si è sviluppato l’incendio. Con una (quasi) certezza di investigatori e inquirenti: non è stato un rogo doloso a distruggere la cattedrale di Notre-Dame. “Non esiste alcun dato, al momento, che ci possa far pensare a un atto volontario. La pista privilegiata è quella dell’episodio accidentale”, ha spiegato il procuratore di Parigi, Remy Heitz, in conferenza stampa. Al lavoro ci sono 40 agenti del Crim, la polizia giudiziaria francese, mobilitata con metà del suo organico su questa inchiesta. Nelle scorse ore sono stati ascoltati i primi operai impegnati sul cantiere. Perché è lì che si stanno concentrando le indagini: chi, dove e con cosa ha lavorato nella giornata di lunedì in vista della ristrutturazione della cupola?
Lo scopo degli investigatori del Crim in questa fase è quello di stabilire responsabilità, mancanze o negligenza. Sotto osservazione c’è anche il canale antincendio e la correttezza della sua installazione. Tutti i fornitori verranno rintracciati e ascoltati individualmente, come i manager e gli amministratori della cattedrale. “Quello che sappiamo a questo punto è che c’è stato un primo avvertimento alle 18.20, ma il sopralluogo – ha spiegato Heiz – ha dato esito negativo. Un secondo allarme è scattato alle 18.43 e in quel caso è stato rintracciato il focolaio”. Nel frattempo la chiesa, all’interno della quale era appena iniziata una funzione religiosa, è stata evacuata.
Sul cantiere – ha proseguito il procuratore di Parigi – sono impegnate cinque aziende. E sono iniziati gli interrogatori dei dipendenti. Lunedì in 15 hanno lavorato nella zona dove è poi scoppiato l’incendio. Fonti citate da Le Parisien, parlano di una primissima ipotesi che riguarderebbero una ‘leggerezza’ durante dei lavori di saldatura. Tutto da accertare. E gli investigatori si sono detti pronti ad affidarsi a qualsiasi aiuto per spiegare l’origine e lo sviluppo del rogo: droni, specialisti nella resistenza dei materiali, il gruppo investigativo dei vigili del fuoco. Date le grandi dimensioni dell’incendio, verranno creati dei pool specialistici. Con una certezza: non sarà facile trovare prove materiali per cercare di spiegare l’origine dell’incendio.