Gli eurodeputati del Movimento 5 stelle sono in media i più attivi tra gli italiani presenti al Parlamento europeo nell’ottava legislatura. Secondo i dati aggiornati e pubblicati domenica dal portale mepranking.eu in vista delle elezioni della nuova assemblea il 26 maggio prossimo, gli eletti pentastellati hanno un punteggio ‘di attività’ medio di 73,43, nettamente più alto rispetto agli altri partiti italiani. A fare peggio di tutti sono i leghisti che hanno uno score di appena 21,42 punti. Gli eurodeputati italiani che fanno parte del gruppo S&D, quindi principalmente del Partito democratico, totalizzano invece una media di 43,87, mentre leggermente meglio fa il resto del centrodestra che siede tra i banchi del Partito popolare europeo: grazie soprattutto al presidente del Pe Antonio Tajani, forzisti e affini raccolgono una media di 55,15 punti.

La pagelle dei parlamentari più attivi in Europa sono state elaborate da mepranking.eu, software open data indipendente, sulla base di un algoritmo che tiene conto del lavoro degli eurodeputati sulle relazioni (legislative e non), degli interventi in aula, del ruolo ricoperto nel Parlamento Ue e delle presenze. Si tratta di un punteggio aggregato che non considera quindi solamente la partecipazione alle votazioni (leggi l’approfondimento del Fatto Quotidiano sul tema), ma anche il lavoro legislativo svolto, i contributi (seppur solo quantitativi) alla stesura di un rapporto, i discorsi in plenaria e le interrogazioni rivolte alle istituzioni, così come la posizione che si ricopre a Strasburgo.

M5s – Ed è così che gli eurodeputati eletti nelle liste M5s risultano in media i migliori: nel punteggio generale spicca il vicepresidente del Parlamento Fabio Massimo Castaldo, secondo italiano dietro a Tajani. Se si considerano i rapporti seguiti emerge invece Laura Ferrara con 15, poi Tiziana Beghin e Ignazio Corrao a 5. Per percentuale di presenze in plenaria i migliori sono Marco Valli e Piernicola Pedicini (entrambi oltre il 97%). Valli è per esempio uno degli eletti con il M5s che però ora non fa più parte dei pentastellati: gli altri due sono Daniele Aiuto e Giulia Moi. La statistica tiene conto anche del loro lavoro perché sono rimasti nel gruppo Efdd, escludendo invece quello di un altro eletto M5s poi diventato indipendente, David Borrelli, che pure è undicesimo nella classifica degli eurodeputati italiani.

Lega – In questo senso, i punteggi di mepranking.eu penalizzano soprattutto il Carroccio, dove pesano le defezioni: il primo ad andarsene era stato Flavio Tosi, già nel 2015, seguito tre anni dopo da Matteo Salvini e dall’attuale ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana. Al di là degli addii a legislatura in corso, nella Lega solo l’ex M5s Marco Zanni che ha cambiato casacca meno di un anno fa arriva a un dignitoso punteggio di 47,4. Gli altri sono nelle retrovie tra gli eurodeputati più attivi di tutta la plenaria: Danilo Oscar Lancini è 728esimo (su 751), Giancarlo Scottà è fanalino di coda tra gli italiani e 730esimo in generale. Sono proprio i sostituti di Salvini e Fontana.

Pd – Un po’ meglio, ma non tanto, fanno i democratici. Alcuni europarlamentari del centrosinistra si distinguono per attivismo, a partire da Alessia Mosca (106,3 punti), Nicola Caputo, Nicola Danti, David-Maria Sassoli e Roberto Gualtieri, primo italiano per provvedimenti seguiti con 26. Ma ad abbassare la media ce ne sono altrettanti: per esempio Giuseppe Ferrandino (appena 2 punti totali), oppure Renato Soru che è leader tra gli italiani per assenze. Così come tra le ultime posizioni per punteggio di attività troviamo volti noti, a partire da Cécile Kyenge, ex ministra per l’integrazione, e Pina Picierno che alle Europee 2014 fu capolista e che cinque anni dopo sarà il secondo nome sulla scheda. Sono rispettivamente al 55esimo e 60esimo posto su 72 eurodeputati italiani.

Centrodestra – Per Forza Italia spicca come detto il presidente del Parlamento Ue Tajani che, proprio in virtù del suo ruolo, ottiene dall’algoritmo 335 punti ed è al primo posto generale, seguito dal capogruppo del Ppe Manfred Weber (303,5), dal conservatore Ecr Syed Salah Kamall (262,5) e dal leader dell’Alde Guy Verhofstadt (209,5). Tra gli azzurri si distingue poi Giovanni La Via con ben 9 provvedimenti seguiti da relatore e Lara Comi per interrogazioni e interventi in Aula, mentre è da segnalare come tra le file del centrodestra Alessandra Mussolini, Lorenzo Cesa e Aldo Patriciello occupino le ultime posizioni dopo Soru per percentuale di presenza in plenaria, confermando i dati pubblicati da VoteWatch.

Gli italiani a confronto con gli altri eurodeputati
Nel complesso, la pattuglia degli europarlamentari italiani è risultata prima tra le 28 delegazioni nazionali per numero di interrogazioni scritte presentate (9.466, con la leghista Mara Bizzotto al secondo posto della ‘top ten’), per le mozioni (5600 con il pentastellato Castaldo in decima posizione), per i rapporti (1.551 con Marco Valli primo, Castaldo settimo e Marco Zanni nono), per le opinioni (1.151 con i pentastellati Rosa D’Amato seconda, Castaldo sesto e Adinolfi-Corrao a pari merito ottavi) e per le dichiarazioni (604, con il Pd Nicola Caputo secondo, Bizzotto sesta ed Enrico Gasbarra ottavo). Con un totale di 26.455 interventi in aula gli italiani si sono invece piazzati al secondo posto alle spalle dei francesi (nella top ten dei più loquaci Caputo figura al terzo posto, Castaldo al quarto e Tajani al nono).

Decisamente meno brillanti le performance italiane misurate da mepranking.ue sulle presenze alle plenarie, devo nessun europarlamentare tricolore figura nella top ten e dove la quota di partecipazione si è attestata all’87,12%, un risultato superiore solo a quelli di lituani, belgi, danesi, britannici, ungheresi ed estoni. Solo un po’ meglio infine i risultati relativi ai voti nominali dove i Pd Renata Briano e Nicola Danti si sono piazzati rispettivamente all’ottavo e al nono posto della top ten. Ma dove nel complesso gli italiani sono arrivati all’84,22%, piazzandosi davanti solamente a romeni, svedesi, greci, britannici, irlandesi, estoni e ciprioti.

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