La commissione Esteri della Camera ha dato il via libera alla proposta di legge a prima firma del deputato di Sinistra Italiana: arriverà in Aula a inizio maggio. Il parlamentare. "Parte della maggioranza ha tentato di bloccare l'iter". Secondo quanto riferisce l'Ansa, la Lega ha votato a favore ma sarebbe pronta a presentare emendamenti
La commissione Esteri della Camera ha dato il via libera al testo base per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul rapimento e l’uccisione di Giulio Regeni. “È un giorno importante, un altro passo verso la ricerca della verità“, esulta il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto, primo firmatario della proposta di legge. Il parlamentare denuncia però “l’ostruzionismo di una parte della maggioranza che ha tentato di bloccare l’iter”. A votare a favore del testo, oltre al M5s, al Pd e a LeU anche la Lega che però – secondo quanto riferisce l’Ansa – dovrebbe presentare emendamenti.
“Il Parlamento ha oggi una grande opportunità, quella di contribuire a ricostruire la verità storica e politica su Giulio Regeni e sulla condizione dei diritti umani in un paese come l’Egitto che continua ad essere un nostro partner strategico nonostante quello che sta accadendo in quel paese”, afferma ancora Palazzotto. Ora il provvedimento è atteso in Aula a Montecitorio per l’inizio di maggio. Fonti pentastellate riferiscono all’Ansa che il M5s ha voluto puntare con decisione su questo testo che è formulato sulla falsariga di quello presentato la scorsa legislatura.
Il ricercatore friulano fu trovato morto e con evidenti segni di tortura il 4 febbraio 2016 nella periferia della capitale egiziana. Ad aprile 2016 il governo italiano aveva provveduto al ritiro dell’ambasciatore, in attesa di chiarimenti sul caso, ma la decisione era stata poi rivista il 14 agosto 2017. Nel frattempo la richiesta di una verità da parte della famiglia di Regeni e il lavoro della Procura di Roma non si sono mai interrotti. Con i pm che hanno dovuto affrontare le resistenze della controparte egiziana e i continui depistaggi per complicare la ricostruzione di quanto successo al ricercatore italiano tra il 25 gennaio e il 4 febbraio del 2016 al Cairo. Dopo l’ennesima spedizione a vuoto dei magistrati italiani, il 29 novembre scorso il presidente della Camera, Roberto Fico, aveva scelto in autonomia di rompere le relazioni diplomatiche con il Parlamento egiziano. Lo stesso Fico che pochi giorni fa si è espresso chiaramente a favore dell’istituzione di una commissione d’inchiesta: “Mi auguro che la Camera dei deputati la approvi“.