“Lascio per essere libera di dimostrare la mia correttezza”. Sono queste le prime parole da governatrice dimissionaria di Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, indagata a Perugia nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati e le assunzioni di raccomandati nella Sanità regionale. Il passo indietro dell’esponente del Pd è arrivato nel tardo pomeriggio di oggi (16 aprile), al termine di una lunga riunione nel palazzo che ospita la sede della Giunta, nel centro del capoluogo umbro. Nella fattispecie, le dimissioni sono state comunicate con una lettera inviata alla presidente dell’Assemblea Legislativa, Donatella Porzi ai sensi dell’art.64, comma 3, dello Statuto regionale.
LA LETTERA DELLA MARINI: “ISTITUZIONI VENGONO PRIMA DELLE PERSONE”
Nella lettera di dimissioni, l’esponente del Partito democratico ha tenuto a sottolineare la sua onestà, come del resto aveva già fatto all’indomani della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati: “Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata ‘fare l’interesse generale‘, da sindaco della mia città, da europarlamentare, ed in questi anni da presidente di Regione – ha scritto la governatrice dimissionaria – Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché, credetemi, io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere”. Non solo. A leggere la missiva della Marina, “le istituzioni vengono prima delle persone che le guidano e non possono avere ombre che rafforzerebbero il già difficile rapporto di fiducia con i cittadini. Ritengo doloroso, ma giusto – ha spiegato – rassegnare ora le mie dimissioni da presidente della Regione Umbria, perché ritengo di tutelare così l’istituzione che ho avuto l’onore di guidare, salvaguardare l’immagine della mia regione e della mia comunità e al tempo stesso avere la libertà di dimostrare la mia correttezza come persona e come amministratore pubblico”. La conclusione della lettera è tutta istituzionale: “So così di fare la cosa più giusta e più coerente con i miei valori, quelli della mia famiglia e con quelli della comunità politica a me più vicina. Ringrazio chi in questi giorni difficili e complessi mi ha dato fiducia e attestati di stima – ha sottolineato – Mi pare importante mandare un saluto a tutti gli umbri ed alle popolazioni della Valnerina colpite dal sisma con le quali ho condiviso le fasi più difficili, ma umanamente più intense, del mio mandato istituzionale. So di fare la cosa più giusta per l’Umbria, questa mia bellissima terra, ricca di storia, cultura e valori di solidarietà“.
“SONO SERENA, SCELTA PRESA PER TUTELARE ME STESSA”
In serata, dopo la diffusione della notizia delle dimissioni, la governatrice ha commentato la sua decisione, spiegando di essere “molto serena perché è una decisione importante che ho preso prima di tutto per salvaguardare me stessa, per avere il diritto di essere libera di difendermi – ha detto Catiuscia Marini – e soprattutto perché io non ho mai fatto parte di nessuna consorteria o gruppo di potere che ho anzi sempre combattuto politicamente e in maniera molto forte”. La governatrice dimissionaria ha anche aggiunto di avere “il diritto di andare a testa alta in questa regione e ho il diritto di salvaguardare una comunità civile e politica e il resto delle motivazioni sono nella lettera inviata alla presidente Porzi“. Prima di salire in auto, alla domanda se le dimissioni sono irrevocabili ha risposto: “Sono fatte ai sensi di una legge regionale e quindi sono ovviamente per me definitive“.
ZINGARETTI: “SCELTA DI RESPONSABILITA'”
Il primo a commentare il passo indietro della governatrice regionale è stato il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che già in giornata aveva auspicato una decisione “responsabile” della sua collega di partito, di fatto scaricandola. E proprio di responsabilità ha parlato in serata, quando ha diramato una nota ufficiale per “ringraziare Catiuscia Marini, che con le sue dimissioni ha scelto di mettere al primo posto il bene della sua Regione. Catiuscia, in questi anni è stata al servizio delle istituzioni e dell’interesse generale – ha scritto Zingaretti – e ha garantito all’Umbria sviluppo e qualità della vita e dei servizi. È stata una guida apprezzata per i suoi territori e benvoluta dalla sua comunità – ha aggiunto il governatore del Lazio – Ora, sebbene in presenza di un’indagine che è ancora allo stato preliminare, ha scelto con responsabilità di fare un passo indietro proprio allo scopo di evitare imbarazzi e strumentalizzazioni per la sua Umbria. Da garantisti – ha concluso Zingaretti – aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso prima di emettere giudizi definitivi. Spero lo facciano tutti”. Polemica la reazione del Movimento 5 Stelle, che ha accusato direttamente il segretario del Pd: “Dopo averlo sollecitato per giorni, Zingaretti non ha avuto nemmeno il coraggio di mandarla a casa – si legge in una nota del gruppo M5s alla Camera – E alla fine la Marini, messa all’angolo, si è dovuta dimettere. Felici? No, siamo delusi da questa vecchia politica che giorno dopo giorno prova a spacciarsi come il nuovo ma rimane sempre la stessa – hanno scritto i grillini – Attaccata agli interessi personali e affaristici, sacrificando il merito e i diritti dei cittadini. Non basta cambiare l’abito del Pd per spacciarlo come nuovo. Stiamo ripulendo il sistema da queste mele marce“.
SALVINI: “NON GIOISCO PER DIMISSIONI, MA PRESTO SARO’ LI'”
“Che ci siano le dimissioni di una governatrice del Pd per un presunto giro di corruzione, mazzette e concorsi truccati non mi fa gioire, perché le elezioni le voglio vincere con le idee e non con i processi, ma presto sarò in Umbria, perché i cittadini meritano una Regione che lavori prima possibile”. A dirlo è stato Matteo Salvini a diMartedì su La7. In tal senso, il segretario federale della Lega ha fatto sapere ai suoi parlamentari che domani (17 aprile) sarà in piazza a Perugia alle 17.30, appuntamento poi confermato anche dall’ufficio stampa del Carroccio. Molto diversi, invece, i toni utilizzati dal partito di Salvini in Umbria. “Il 16 Aprile è una giornata storica per l’Umbria perché dopo 50 anni di malgoverno di sinistra che ha ridotto a brandelli questa regione, finalmente abbiamo la possibilità di rialzare la testa e guardare al futuro” hanno fatto sapere i responsabili locali del Carroccio, secondo cui “le dimissioni della governatrice non sono sufficienti, lei e tutta la sua casta chiedano scusa agli umbri e a tutti quei giovani che in questi anni sono stati costretti ad emigrare perché soffocati, a quanto pare, da quel sistema clientelare che più volte la Lega ha evidenziato e riscontrato”.
LA CARRIERA POLITICA DELLA GOVERNATRICE DIMISSIONARIA
Con le dimissioni consegnate alla presidente dell’Assemblea legislativa regionale termina il secondo mandato di Catiuscia Marini da presidente della Regione Umbria. Nata a Todi nel 1967 e dal 2007 dirigente di Legacoopumbria, l’ex governatrice ha iniziato l’attività politica nei movimenti studenteschi universitari ed è stata membro dell’esecutivo nazionale della Sinistra giovanile. Dal 1998 al 2007 è stata sindaco di Todi per due mandati consecutivi. Tra il 2008 ed il 2009 ha ricoperto la carica di parlamentare europeo (Pe). Nel novembre 2009 è stata nominata dal segretario Pierluigi Bersani nella segreteria nazionale del Partito democratico. Nel marzo 2010, dopo aver vinto le primarie, è stata eletta per la prima volta presidente della Regione Umbria con il 57 per cento delle preferenze, infliggendo 20 punti di distacco a Fiammetta Modena, sostenuta da Pdl e Lega. Nel giugno 2010 è stata nominata membro titolare del Comitato delle Regioni per il quale è stata relatrice sul regolamento generale fondi strutturali per il periodo 2014-2020, sul futuro del Fondo sociale europeo e in materia di aiuti di stato agli aeroporti regionali. Nell’ambito della Conferenza italiana delle Regioni e Province Autonome ha svolto la funzione di coordinatrice del gruppo di lavoro sulla programmazione comunitaria 2014-2020 con il compito di seguire e gestire i negoziati con il Governo italiano per la programmazione europea 2014-2020. Coordinatore vicario della commissione Salute e coordinatore della commissione Attività di cooperazione e iniziative per il dialogo e la pace in Medio Oriente, nel maggio 2015 è stata rieletta presidente della Regione Umbria con il 42,8% delle preferenze. È presidente del Gruppo Socialista (Pse) al Comitato delle Regioni.