Il testo è fermo da più di tre settimane dopo l'approvazione in cdm: è record. Secondo il Sole 24 Ore, Mattarella valuta l'ipotesi di chiedere una seconda delibera. Problemi nella parte sul codice appalti e sulla rigenerazione urbana, mentre anche il dl Crescita è al palo per le divergenze sulle norme per il rimborso dei truffati dalle banche. Toninelli: "Ritardo nella bollinatura comprensibile, sono positivo"
A 27 giorni dal suo via libera in Consiglio dei ministri, il decreto Sblocca-cantieri attende ancora di arrivare sulla scrivania del presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché manca la bollinatura della Ragioneria. È un record: mai era successo che un dl rimanesse in stand-by per più di tre settimane, scrive il Sole 24 Ore, raccontando di una “irritazione” del Quirinale che potrebbe perfino richiedere una seconda delibera del testo: in pratica, far ricominciare tutto da capo. Un’ipotesi che il governo vuole scongiurare e oggi arrivano messaggi di tranquillità. I decreti Crescita – deliberato il 4 aprile – e Sblocca-cantieri “saranno a breve in Gazzetta Ufficiale“, assicura il ministro per il Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. “La Ragioneria ha impiegato un po’ di giorni per la bollinatura, ovviamente è comprensibile“, commenta il titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a Radio anch’io.
La questione riguarda l’articolo 77 della Costituzione che stabilisce per i decreti legge requisiti “straordinari di necessità e urgenza“. La norma viene sistematicamente arginata da tempo, ma dal Colle trapela, secondo il Sole 24 Ore, un certo disappunto per questi tempi da record. Il problema sta nel fatto che il decreto Sblocca-cantieri, così come quello Crescita, è stato approvato dal cdm con la formula “salvo intese“: il che significa che non c’era ancora un accordo sul testo nella sua interezza. A incagliare il dl Sblocca-cantieri sarebbero in particolare la parte sul codice appalti e quella sulla rigenerazione urbana, mentre le norme sui rimborsi per i truffati dalle banche sono l’aspetto più problematico del dl Crescita.
Così le due misure su cui il governo ha puntato forte per lanciare la ripresa economica del Paese e mandare un segnale all’Europa, come scritto nel Documento di economia e finanza appena approvato, rimangono ancora al palo, con il rischio paventato dal quotidiano di Confindustria che alla fine arriveranno all’esame del Parlamento solo a fine maggio, dopo le festività e le elezioni Europee. Fraccaro però si dice ottimista, seppur sottolineando che i due decreti “hanno sicuramente urgenza ma non possiamo licenziarli senza il dovuto approfondimento“. “C’è parecchio lavoro, c’è stato il testo da approvare, quindi noi accettiamo e capiamo perfettamente le difficoltà che tutti hanno. Questa è stata la motivazione principale del ritardo”, spiega Toninelli, sottolineando di essere anche lui “molto positivo” sullo Sblocca-cantieri.
Fraccaro risponde anche a un altro calcolo del Sole 24 Ore che conta un arretrato di 166 decreti applicativi per dar forma alle misure varate negli ultimi mesi. “Il Governo intende sollecitare tutte le amministrazioni coinvolte ad adottare in tempi più rapidi i provvedimenti attuativi”, assicura il ministro per il Rapporti con il Parlamento. È la legge di bilancio a pesare di più sull’arretrato, gli fanno notare, con 112 provvedimenti applicativi, di cui solo 16 arrivati al traguardo e 43 già scaduti. “Abbiamo approvato – replica – una manovra che richiede uno sforzo attuativo ma sta già dando i suoi frutti”. “I decreti attuativi – aggiunge – nascono per implementare e non appesantire le leggi. Un certo numero ovviamente è fisiologico e a oggi siamo nella media ma, laddove sarà possibile, saranno limitati i casi in cui è necessario ricorrere a successivi provvedimenti“.