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Notre-Dame, “bug informatico, agenti di sicurezza indirizzati nel punto sbagliato”. Pompieri: “Rischio crollo frontoni laterali”

Gli inquirenti guidati dal procuratore di Parigi, Remy Heitz, hanno finora interrogato trenta testimoni, compresi i dipendenti delle aziende che stavano lavorando al progetto di restauro del tetto. I vigili del fuoco: "Se non ci fossimo concentrati velocemente sulle torri sarebbero crollate. È una certezza". Ma il comandante Gabriel Plus teme la "minaccia sulle ghimberghe" che ora non hanno più il sostegno del tetto

Un bug informatico. Sarebbe questo il motivo dietro il primo allarme antincendio “ignorato” all’interno di Notre-Dame. È l’ipotesi riportata da Le Parisien, secondo cui due agenti della sicurezza – ascoltati dalla polizia – hanno detto che il focolaio era stato localizzato alla base della guglia, lato Senna, ma di essere stati indirizzati verso un punto sbagliato da un bug informatico nel sistema. Per questo, invece che alle 18.20, l’incendio è stato individuato solo alle 18.43. Quindi 23 minuti dopo il reale sviluppo delle fiamme. Quando gli addetti hanno raggiunto il focolaio iniziale, le fiamme aveva già raggiunto l’altezza di 3 metri. Adesso, i Vigili del Fuoco temono per un possibile crollo dei frontoni laterali: “Non si reggono più sul tetto – ha spiegato il comandante  Gabriel Plus -, ma su loro stessi, sono quindi esposti al vento”.

Gli inquirenti guidati dal procuratore di Parigi, Remy Heitz,  che batte sempre la pista dell’incidente involontario ha affidato le indagini a 40 agenti del Crim, la polizia giudiziaria francese, hanno finora interrogato trenta testimoni, compresi i dipendenti delle aziende che stavano lavorando al progetto di restauro del tetto. Tra le ipotesi maggiormente accreditate dai media francesi ci sono quelle di un innesco dovuto a un cortocircuito o di un problema legato all’alimentazione elettrica di uno dei tre ascensori che servivano per lavorare sulle impalcature. Mentre perde quota la pista della procedura scorretta nel corso di un lavoro di saldatura, avanzata dopo i primi interrogatori.

Intanto i vigili del fuoco continuano a monitorare la situazione e a valutare gli effettivi rischi per la tenuta della struttura. La preoccupazione maggiore, come ha spiegato il comandante Plus, è quella che riguarda i frontoni laterali: “C’è una minaccia sulle ghimberghe – ha spiegato – Non si reggono più sul tetto, ma su loro stesse. Per questo motivo bisogna togliere del peso“. Secondo il parere di alcuni esperti, le ghimberghe potrebbero essere in parte rimosse per evitare che il loro crollo provochi ulteriori danni ad altre parti della struttura, uno su tutti il rosone centrale.

I pompieri hanno tenuto una lunga conferenza stampa per spiegare tecnicamente come si è svolto l’intervento, che a un certo momento è stato indirizzato sulle torri: “È chiaro che se non fossimo stati così veloci, le due torri sarebbero crollate, è una certezza”, ha spiegato il portavoce dei pompieri di Parigi, Philippe Demay. “È il maggiore intervento che abbia mai fatto, questo è chiaro – ha aggiunto Demay – Notre-Dame è qualcosa di particolare. La gente ci ringrazia, ci consegna dei regali. Si sono commossi per il nostro intervento nella cattedrale”. Demay ha anche smentito seccamente le voci circolate in questi ultimi giorni sui social network secondo cui un militante dei gilet gialli, con indosso un casco, camminava tra le torri di Notre-Dame de Paris durante l’incendio di lunedì sera.