Nei prossimi giorni i pm sentiranno di nuova la 35enne. Lunedì scorso sono emersi nuovi elementi durante l'incidente probatorio nel quale il ragazzino avrebbe raccontato del primo approccio sessuale della professoressa, avvenuto quando lui aveva solo 13 anni
Alla professoressa di Prato potrebbero essere contestati i reati di violenza sessuale su minore e violazione di domicilio. Nei prossimi giorni, i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli ascolteranno di nuovo la 35enne pratese che 8 mesi fa ha avuto un figlio dal ragazzino – oggi quindicenne ma all’epoca dei fatti tredicenne – a cui dava ripetizioni private. Ad oggi la donna è accusata di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione ed è agli arresti domiciliari dal 28 marzo scorso.
L’indagata aveva già fornito ai magistrati la sua versione dei fatti rilasciando dichiarazioni spontanee. La donna aveva ammesso di aver avuto una relazione con il minore, ma avrebbe sostenuto di aver avuto i primi rapporti sessuali con lui dopo che il ragazzo aveva compiuto 14 anni. Una versione dei fatti che è stata ribadita anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, e, successivamente, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Firenze che hanno respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari.
Adesso, però, i pm riascolteranno la professoressa alla luce di nuovi elementi emersi durante l’incidente probatorio di lunedì scorso, nel quale il minorenne ha ricostruito i suoi rapporti con la donna. Gli atti sono stati secretati ma la versione del ragazzo è ritenuta coerente con l’accusa delineata finora dalle indagini della squadra mobile.
Secondo quanto dichiarato da alcune fonti vicine all’inchiesta, il ragazzino ha spiegato che il primo incontro con la donna è avvenuto quando aveva 13 anni e frequentava la terza media, mentre si preparava per gli esami finali. All’epoca la donna andava a casa sua per dargli ripetizioni di inglese. Il giorno del primo approccio sessuale da parte della trentenne, il ragazzino aveva mal di testa e per questo avrebbe chiesto di interrompere la lezione. Poco dopo però la donna, che avrebbe finto di lasciare la casa, sarebbe entrata nella camera del ragazzo. È da questo episodio che potrebbero essere formulate le accuse di violenza su minore di violazione di domicilio. Da quel primo incontro sessuale ne sono poi seguiti altri, per circa un anno e mezzo.
Nell’inchiesta è coinvolto anche il marito della trentunenne, indagato per alterazione di stato: l’uomo ha riconosciuto come suo il figlio nato alcuni mesi fa pur sapendo che il padre era il minore. Anche lui potrebbe essere ascoltato nuovamente dai pm, alla luce di quanto emerso nell’incidente probatorio. La prima volta l’uomo non si era presentato. Da un paio di settimane il marito “si è separato momentaneamente” dalla moglie portando con sé il primogenito di 11 anni.