“La montagna non dice bugie. Ed è la montagna che ha dimostrato che Cesare Maestri non è mai salito sul Cerro Torre nel 1959“. È categorico Reinhold Messner nei confronti del collega alpinista di cui ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera rispondendo alla lettera pubblicata sul Corriere del Trentino da Gianluigi Maestri, figlio di Cesare, il “ragno delle Dolomiti”. Al centro delle polemiche c’è una questione che risale a 60 anni fa, ovvero al 1959, quando ci fu la spedizione sulla cima del Cerro Torre, in Patagonia, a cui parteciparono Cesare Maestri, Toni Egger e Cesarino Fava. In quell’occasione, Maestri dichiarò di aver raggiunto la vetta con Egger che però morì durante la discesa a causa di una valanga. L’assenza di prove però, sollevò molti dubbi e polemiche nel mondo dell’alpinismo, con Messner che mise in dubbio fin da subito l’impresa di Maestri: “Nessun alpinista al mondo crede che lui sia salito sul Cerro Torre nel 1959, perché nel 1959 non era possibile percorrere quella via”, ha detto al Corriere.
A far tornare la questione d’attualità è il fatto che Messner è impegnato proprio in questi giorni a girare un film-documentario su quella spedizione, cosa che non è stata gradita da Gianluigi Maestri che ha scritto appunto una lettera per chiedere “rispetto” per il padre. “Il film si baserà su fatti presunti, o su verità assolute che ormai Messner ha l’abitudine di far digerire a tutti visto che si trova in una posizione di dominio mediatico nel mondo alpinistico, con una supponenza che credo sia molto vicina a quella dell’oracolo di Delfi – ha scritto Gianluigi -. A questo punto della sua vita, Cesare non ha più la voglia di entrare in polemiche, ma soprattutto ormai alle soglie dei 90 anni non ha più la forza e nemmeno la capacità di ribattere o di contestare quanto gli accade in questi ultimi scampoli di vita. Toni e Cesarino non ci sono più e il fatto che si voglia entrare in ricostruzioni storiche senza la possibilità di alcuna contestazione da parte dei diretti interessati, ne dice molto sulla bassezza di questo futuro film”.
“Se Cesare vorrà capire fino in fondo questo film vedrà che ci sarà la possibilità di chiarire totalmente ogni cosa, specialmente positiva: è stato il più grande scalatore al mondo nel suo periodo, ha fatto delle grandi cose – ha replicato Messner -. Noi non cambiamo la realtà neanche di una virgola ma questo non è un documentario contro Cesare, è esattamente l’opposto. Padre e figlio devono capire che dal mio punto di vista faccio il possibile per mettere in luce quella grande figura di alpinista che è stata Cesare Maestri. Ma nessuno può credere che lui sia salito sul Torre nel 1959″. Ma perché Cesare Maestri, che come scrive il figlio “ha sempre sostenuto che la parola data da un alpinista sulla propria salita deve essere ritenuta sacra”, avrebbe dovuto mentire sulla spedizione del 1959? “Non lo so. Noi sappiamo solo fin dove è arrivato, conosciamo i fatti e li raccontiamo, nient’altro. Io ho sempre detto che ho grande rispetto per Cesare anche se non è arrivato sul Cerro Torre nel ’59”, ha concluso l’alpinista “re degli 8mila”.