Disinnescare l’aumento dell’Iva, previsto per il 2020, e andare avanti con la flat tax. Questo il contenuto della risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza 2019 approvata oggi dalle due camere del Parlamento. A Montecitorio, il testo aveva ottenuto 272 voti favorevoli, 122 contrari e 3 astenuti, mentre in serata, a Palazzo Madama, l’ok è arrivato con una maggioranza composta da 161 voti favorevoli, 73 contrari e un astenuto. Nel testo, Lega e Movimento 5 Stelle si impegnano ad “adottare misure per il disinnesco delle clausole di salvaguardia fiscali del 2020″. Al contempo, vogliono “continuare il processo di riforma delle imposte sui redditi (“flat tax”) e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l’imposizione a carico dei ceti medi”.
Tria: “Le misure contro l’Iva nel prossimo Bilancio”
“Io vi dico che con il prossimo Bilancio verranno adottate misure certamente finalizzate ad evitare le clausole“, assicura il ministro dell’Economia Giovanni Tria durante il dibattito in aula. Ed aggiunge: “Non faremo una manovra correttiva e al tempo stesso rispetteremo pienamente, forse anche con un lieve miglioramento, gli impegni presi con la Commissione europea sul deficit strutturale. Non cambieranno i programmi e le misure”.
Spending review ma nessuna patrimoniale
Il testo della risoluzione di maggioranza impegna il governo a “rispettare i vincoli di finanza pubblica come definiti” dallo stesso Def. Necessaria per trovare le coperture necessarie la spending review. La bozza prevede di “adottare un piano di razionalizzazione, riqualificazione e di revisione della spesa pubblica. In particolare delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici, nonché delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche”. Per ora, quindi, nessuna patrimoniale. Al governo si chiede infatti l’impegno a “non prevedere misure di incremento della tassazione sui patrimoni”.
Più fondi per ricercatori, sanità e disabilità
Nel testo, la maggioranza chiede inoltre un incremento di salario adeguato per professori e ricercatori, per il triennio 2019-2021. Inoltre, per arginare la “fuga di cervelli” nella sanità, si prevede un piano di assunzioni e un supporto all’innovazione e alla ricerca sanitaria, “valorizzando la funzione dei centri sanitari di nuova generazione e investendo in politiche di formazione ed inserimento lavorativo delle nuove professionalità”. Previsto anche un rafforzamento delle misure a tutela della non autosufficienza e dei nuclei familiari, in particolare quelli con componenti disabili.
Bloccate le risorse per il trasposto pubblico locale
In attuazione anche il cosiddetto “regionalismo differenziato” e la realizzazione dell’autonomia regionale. In particolare, per quanto riguarda il sistema scolastico nazionale, il documento prevede di definire “livelli essenziali delle prestazioni tali da garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale” il diritto allo studio. Infine, rimangono congelate per ora le risorse da destinare al trasporto pubblico locale, che verranno individuate soltanto più avanti in sede di assestamento al bilancio.